Torna a parlare Luciano Spalletti. L'ex allenatore di Inter e Roma si è raccontato ai microfoni di Sky Sport. Tanti temi affrontati dal tecnico di Certaldo, dalla pandemia che ha paralizzato il mondo, ai suoi ricordi sulle panchine giallorossa e nerazzurra.

CORONAVIRUS E RIPRESA - "La pandemia è il più grande infortunio di massa della storia del calcio, dello sport in generale. I calciatori sono stati obbligati a fermarsi all'improvviso. C'è da fare un applauso al personale sanitario, fare tanto di cappello a medici e infermieri, a chi si è impegnato per migliorare le cose. Questa è stata la dimostrazione di cosa significa lavorare per gli altri, per il bene degli altri. È chiaro che qualunque soluzione verrà adottata per finire il campionato farà contenti e scontenti. Quando siamo costretti a cambiare le cose in corsa non c'è una soluzione per tutti. Io credo che bisognerà tornare a giocare pensando soprattutto mettendosi le mani sul cuore. La gente vuole vedere il calcio, io sarei contento di veder ripartire il nostro campionato. Andrà fatto per la gente, per quanto hanno sofferto in questo periodo, con la consapevolezza che il calcio è uno degli strumenti più potenti per tornare alla normalità. Nei limiti della sicurezza dobbiamo pensare anche a loro".  

SABATINI - "Walter ha un'ironia sottile, dice le cose con una sintesi che sa fare solamente lui. Se il calcio fosse un film, lui sarebbe il regista. Ricordo nel mercato invernale nel 2015/16, senza soldi, lui riuscì a portarmi Perotti ed El Shaarawy. Fondamentali per sterzare e far bene nelle successive. Aveva rispetto del mercato e perfetta conoscenza del mercato".

Spalletti: "Perrotta assomiglia a Vecino, Pizarro simile a Brozovic. Totti lo zero..."

IL FALSO 9 - "Per quanto mi riguarda cerco sempre di rendere protagonisti i calciatori. Si va a difendere quello che riguarda il club, ma loro sono i protagonisti assoluti. Si va a dialogare con loro, si va a sentire quello che dicono, perché parlano in modo corretto. Ormai sono tutti nella loro realtà e vogliono far bene e creare un marchio nella storia calcistica. Io lì ho tentato di vedere quelle che fossero le loro capacità. Perrotta partiva mediano, lo vedevo nel Chievo che sapeva inserirsi. Assomiglia un po' a Vecino, che però ha bisogno di uno spazio definito ed è difficile che possa cambiare idea perché ha il passo lungo. Perrotta riusciva ad abbinarci altre situazioni alla scelta fatta all'inizio. Tutti e due sanno finalizzare bene le azioni. Nainggolan uguale. Per farlo ci vuole lo spazio dentro l'area di rigore da usare, con lo zero lì davanti. Lo zero era Totti, che non si faceva mai trovare dai difensori avversari. Andava a mettersi dove non era prendibile e gli spazi venivano riempiti da lui. Si ascoltano i loro comportamenti negli allenamenti".  
Spalletti con Nainggolan, uno dei suoi capolavori reinventati falso 9 (Getty Images)

BROZOVIC COME PIZARRO -  "Pizarro è simile a Brozovic, anche Brozo vuole toccare tutti i palloni che passano dai suoi compagni. A volte questo non è possibile perché giocatori di questo livello che sono metodisti devono fare distanze lunghe. Ma loro fanno anche 45-50 metri per toccarla sempre e disperdono freschezza da usare in tutto il resto della partita".  

Rimonta Lazio, Spalletti sicuro: "Me l'aspettavo per forza"

L'INTER - "Di ricordi belli dell'Inter ne ho molti: siamo arrivati in fondo a tutte e due le stagioni con il fiato sul collo di quelli che rimanevano fuori dalla Champions. Quei momenti sono stati forti, emozionanti: probabilmente la vittoria a Roma con la Lazio è stato uno dei momenti che mi hanno fatto gioire di più. La vittoria nel derby quando ci davano tutti per spacciati in casa del Milan nella seconda stagione: rivedere il popolo interista gioire alla Scala del Calcio è stato qualcosa che fa parte di questa stanza, perché ci sono ricordi che portano a rivivere quei momenti. Ribaltare la Lazio me l'aspettavo per forza. Quando si fa questo lavoro bisogna pensare sempre nella direzione giusta: ed è la prima cosa a cui badano i calciatori, che assorbono i tuoi sguardi e i movimenti e la convinzione di potercela fare. All'intervallo ci siamo detti le cose corrette e le reazioni sono state quelle che volevo vedere: poi ci vuole anche il calciatore di personalità e forza che non si lascia mettere nell'angolo anche se il momento non è positivo. Si va sempre a cercare il risultato più importante".

DIFFERENZA CON CONTE - "Conte non ha avuto i miei stessi problemi di spogliatoio (casi Icardi e Perisic, ndr)? Le difficoltà le abbiamo avute: io non ho mai fatto usare le squadre per obiettivi personali. Ho sempre messo il club davanti a tutto, non ho mai barattato gli obiettivi di squadra per salvaguardare la mia immagine. O si fanno le cose in modo professionale o ci si mette mano: si dice che i panni sporchi si lavano in famiglia, qualche volta si portano alla lavanderia a gettone".  
Spalletti con Antonio Conte (Getty Images)