Danilo, difensore della Juventus, ha parlato nel corso di un'intervista concessa dal ritiro del Brasile. Ecco le sue parole in merito alla sua annata alla Juventus e non solo.

Intervista a Danilo sul rendimento personale

Ultimi anni? «Includerei anche gli anni al Porto e ti spiego perché: per la difficoltà di adattamento che ha un giovane calciatore quando lascia il suo paese per uno diverso, anche se parla portoghese ed e in Portogallo. È un campionato diverso, con clima, gente e tipo di calcio diversi. Includerei in questo gruppo anche gli anni al Porto, un club enorme. Ma naturalmente capisco anche che City, Real e Juventus rappresentano un’importanza diversa nel calcio mondiale. Lo collego sempre alla coerenza del mio lavoro. Sono consapevole del mio ruolo in ciascuna di queste squadre. Sono sicuro di non essere una star o il giocatore che dà spettacolo, ma sono consapevole della mia importanza per le squadre, della mia importanza tattica, di quello che rappresento nel gioco dell’equilibrio difensivo, quello che mi diverte di più del calcio oggi e la costruzione di gioco».

Intervista a Danilo sulla Juventus


Kaio Jorge?  «È un ragazzo che non avevo visto giocare molto. Molta gente parlava bene di lui. È molto calmo, sereno, laborioso e ha voglia di imparare. Quest’anno non sta avendo tanto spazio, ma ha risposto bene. È un giocatore che tiene bene la palla, ha tecnica ed e sopra la media, ha una tempistica di passaggio molto interessante. Un attaccante non e solo difendere e scaricare la palla. Si tratta anche di sapere tenere palla e di aspettare il movimento per poi ridare la palla. Lui ha tutti i tipi di tempismo. È entrato alla fine di una partita quando la squadra aveva bisogno di lui ed ha tenuto la palla con carattere, non ha perso, ha subito un fallo e ha portato entusiasmo. Sono molto curioso di vederlo giocare di più. Spero che possa adattarsi il più rapidamente possibile alla Juventus, sono sicuro che tutti sarebbero contenti di lui».

Intervista a Danilo sull'addio a Ronaldo

Ronaldo? «Qualsiasi squadra dalla quale è andato via ha sofferto la sua mancanza. Gli anni passano e lui e ancora dominante. I numeri non mentono. Ogni occasione e un gol. Non c'è storia, non ci sono parole. E estremamente competitivo. Ho imparato molto insieme a lui. Mi sono avvicinato molto a lui al Real e alla Juventus ancora di più, e ancora oggi ci parliamo e ci auguriamo buona fortuna prima delle partite ogni tanto. Si sentirà e si sente la sua mancanza, ma la Juventus ha la capacita e il DNA per rimettersi in piedi, con tanto lavoro e sacrificio per poter raggiungere le vittorie. E anche Cristiano lo sa».

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