Marianna Mancini, la mamma del c.t. Roberto Mancini, ha parlato della Nazionale e del momento del figlio nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Queste le parole della madre dell'allenatore dell'Italia.

Intervista alla mamma di Roberto Mancini  

«È una cosa unica, è una cosa unica. Cosa devo aggiungere ? Che è una gioia indescrivibile».

Eravate a Jesi? «Dopo è arrivata mia sorella e abbiamo stappato una bottiglia di champagne. Ci voleva, eh».

Recentemente si è operata al ginocchio?  «Entrambe. Non so quante donne alla mia età lo avrebbero fatto, ma adesso le cose vanno decisamente meglio e non voglio altro che rivedere mio figlio a casa. Lo aspetto».

La mamma di Roberto Mancini sulle parole al figlio

Sentiti?  «Non l’ho voluto disturbare, aspetto che mi chiami. Ha tanto da festeggiare. C’erano le cerimonie ufficiali: presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, la cena con la squadra. Insomma, tutto quel che si deve fare. Ma arriverà prestissimo, qui a Jesi dove gli vogliono bene in tanti, a partire dal suo amico Bruno Sassaroli che è un padre putativo. Lui lo conosce bene. Roberto l’ho sentito domenica mattina, prima della finale, ed era tranquillo, come al solito. E’ sempre stato così per tutto questo mese. Io gli chiedevo: ma vinciamo 1-0 o 2-0? E lui non si è scomposto: “Mamma, basta che vinciamo, l’unica cosa che conta è quella”. E’ stato di parola, è un combattente, fantastico. Ma lo sono stati tutti i ragazzi che dal primo giorno hanno costruito questo gruppo meraviglioso».

Sollievo? «Ma domenica la sofferenza è stata davvero tanta. Mi è piaciuto molto il finale, ma io e Aldo abbiamo sofferto con quei rigori».

Grazie a Donnarumma

Grazie ai calciatori? «Devo farlo per Donnarumma, perché quel ragazzo è stato proprio super con quei rigori che ha parato. E poi c’è Chiellini. E’ davvero bravissimo, quanto mi piace, un capitano eccezionale».

Vialli? «Gli abbracci con Roberto in diretta televisiva sono stati qualcosa di straordinario. Voglio tanto bene anche io a Gianluca, lo conosco ovviamente da quando erano ragazzi alla Samp e l’ho avuto anche ospite qui a Jesi».