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Gigi Buffon, portiere della Juventus, ha parlato nel corso di un'intervista dopo la gara vinta ieri contro il Sassuolo. Il portiere è tornato sul suo futuro in campo dopo essere stato grande protagonista in partita parando un rigore a Berardi.

Intervista di Buffon sul futuro e l'offerta di agosto

Gigi Buffon ha parlato del suo futuro nel corso di un'intervista concessa a Sky Sport: 

Addio? "Tolgo il disturbo era un modo mio, era una maniera goliardica, ho sempre fatto della autoironia qualcosa per vivere meglio. Non ci ho pensato tanto, era un modo simpatico per concludere un ragionamento". 

Prossimo anno?  "Non ho segreti. Io sono arrivato alla Juve 20 anni fa che ero un ragazzo che aveva una bussola, ora sono un uomo felice e questo secondo me è il più grande risultato della carriera. Uscire di scena come uomo felice, senza rimpianti e senza polemiche è una vittoria. Adesso ho avuto qualche offerta bella, voglio vedere tra 20 giorni se ho ancora l'entusiasmo e la motivazione, la voglia di far fatica, per poter esser ancora Buffon. Se mi entra bene in testa un'offerta, continuo, se no smetto. Sono nell'età dell'oro dello sportivo, libero da tutto. Ho comunicato a tutti, a inizio a gennaio. Ad agosto ho avuto un'offerta che mi ha fatto traballare, poi il presidente mi è venuto incontro con il contratto, poi è arrivato Pirlo e non volevo creare un caso. Ora vediamo". 

Intervista a Buffon sul campionato dei bianconeri

Gigi Buffon ha parlato anche ai canali ufficiali della Juventus dopo la gara.

"Non so se il rigore parato sia stato decisivo, magari la squadra avrebbe recuperato comunque. Sicuramente ci ha agevolato un po' di più. Stasera è arrivata una vittoria voluta, cercata. Di sofferenza e di umiltà. In questo stadio contro il Sassuolo se arrivi e pensi di fare il superficialino ti arriva una bella pettinata. Ci giochiamo tantissimo. Sappiamo che non dipende tutto da noi, ma noi dobbiamo fare in modo che i già tanti rimpianti accumulati fino a oggi restino tali e non se ne aggiungano altri".  

Carriera?  "Mi metto alla prova perché ogni tanto gli stimoli te li devi creare da solo. Io ho sempre fatto così, altrimenti non avrei una motivazione per continuare a giocare. I ragazzi si fidano di me e alla fine volevo mettermi alla prova perché non avevo mai fatto il secondo e non ero mai stato in panchina. Mi sono voluto pesare in questo ruolo e sono felice perché ho risposto come dovevo, so che posso fidarmi di me stesso".