Non era tutto oro all’inizio, non tutto è sbagliato adesso. La carta d’identità conta più del portafoglio, tanto per intendersi. E la carta d’identità di Hakimi dice anni 22, una carriera davanti e poca, pochissima Italia alle spalle. Soprattutto, poco Antonio Conte. Ci vuole tempo, non siamo ancora nella fase di maturazione ma in quella di crescita. Di sicuro, gli ultimi nove giorni non sono stati il massimo della vita: i due gol falliti con il Parma, l’erroraccio (e una prestazione un po’ così) contro il Real Madrid, la panchina di due giorni fa a Bergamo. Non è una crisi di rigetto, Conte la definirebbe con parole a lui care un «processo di crescita». E allora vediamo in cosa deve concretizzarsi, questa crescita. Primo punto, il più importante: Hakimi ha bisogno di una maturazione tattica. perché riveste un ruolo fondamentale nel gioco di Conte, forse il più centrale di tutti. È al quinto di centrocampo che si chiede sia la superiorità numerica in fase offensiva, sia la capacità di rientrare nella linea difensiva con il pallone agli avversari. Ecco: Hakimi deve migliorare in entrambe le situazioni. La fase di non possesso è quella più evidente: presente il primo gol di Gervinho con il Parma? Ma anche nella sincronia dei movimenti d’attacco manca ancora qualcosa: inevitabile, certo, ma probabilmente la partenza stagionale a mille all’ora aveva illuso rispetto a un innesto che - speravano sia il club sia Conte - sarebbe stato al contrario rapidissimo, indolore.

Inter, Hakimi non brilla in zona gol

Altro punto: la capacità di incidere in zona gol. Fiorentina e Benevento avevano segnato una tendenza ottima, la decrescita è figlia della mancanza di lucidità sotto porta, che si è manifestata in particolare con i gol sbagliati contro Milan e Parma, peraltro tutti abbastanza simili come tipologia. Il rapporto occasioni create/gol segnati deve crescere: vale per l’Inter tutta e per Hakimi in particolare, perché il marocchino va considerato un attaccante aggiunto, a maggior ragione in un’Inter decisamente più offensiva come atteggiamento rispetto al passato. E così, garantendo una buona dote di reti, anche le eventuali carenza difensive si noterebbero di meno.

Inter, le condizioni di Hakimi

Ultimo punto, la gestione delle forze. Hakimi è arrivato in fondo a questo ciclo di partite molto stanco, la panchina di Bergamo va letta anche così. La crescita di condizione è obbligatoria, ma la capacità di dosare il dispendio di energie nell’arco del match è un punto altrettanto centrale, specie in quel ruolo: pure questo è materiale per Conte e il suo staff. A scuola da Antonio, scuola in presenza.

Hakimi con la maglia dell'Inter (Getty Images)
Hakimi con la maglia dell'Inter (Getty Images)