Dopo prime parole rilasciate a margine del Festival dello Sport di Trento, l'amministratore delegato dell'Inter Beppe Marotta si è lasciato andare ad un'intervista a 360 gradi. Queste le sue dichiarazioni.

Su Conte

"Quando non c’è più uniformità di vedute e condivisione, è giusto lasciarsi. Certo, è stata una decisione che un po’ ci ha spiazzati, ma siamo stati capaci di muoverci in fretta e convogliare le nostre energie su Inzaghi, che aveva le caratteristiche che ci convincevano”.

Sul calciomercato

“Il calciomercato insegna che non c’è nulla di scontato e devi essere pronto a reagire. Romelu non era certo nella lista delle possibili cessioni, ma quando è arrivato dicendo che voleva andarsene e la società che lo voleva si è presentata con un’offerta importante, abbiamo cambiato gli orizzonti del ragionamento. Poi la Roma è stata molto corretta nel mantenere la promessa con Dzeko di liberarlo con la lista gratuita e abbiamo colto l’opportunità. Il problema della sostenibilità dei costi coinvolge tutto il calcio e il Covid ha aggravato il problema. La famiglia Zhang ha speso 700 milioni per l’Inter, ma il modello complessivo deve essere rivisto. Adesso i conti sono in sicurezza e abbiamo raggiunto il risultato mantenendo la competitività. Significa che non ci saranno più cessioni di pezzi pregiati per fare cassa e che gli obiettivi dell’Inter restano invariati e guardano al top in Italia e in Europa. Quando ci sono difficoltà economiche, occorre lavorare con una visione e un progetto e uno spirito di comunità: l’Inter c’era, c’è e ci sarà sempre. Escludiamo assolutamente qualsiasi altra cessione di un big. La competitività è garantita e nel calcio non vince chi spende di più".

Su Vlahovic

"Vlahovic è un grande talento, ma non eravamo nelle condizioni di concludere l'operazione. Era il secondo obiettivo dopo Dzeko: un giocatore pronto ora e uno nel futuro. Sarebbe stato il massimo"

Su Dzeko

"Edin era un obiettivo prioritario già dalla scorsa stagione: e grazie alle circostanze favorevoli lui godeva di una promessa della Roma che gli avrebbe concesso la lista gratuita al momento di un'offerta. C'è stata facilità anche grazie alla serietà della Roma, che ha mantenuto la promessa"

Su Erkisen

"La cosa più bella è averlo ancora tra noi. In questo momento è difficile fare ipotesi su un suo ritorno in campo. Aspettiamo l'evolversi della situazione. Il professor Volpi è in contatto con i medici. Al momento opportuno si valuterà il futuro di questo ragazzo. La certezza è che abbiamo ritrovato una persona ed è questa la notizia più bella".

Sugli effetti economici del covid

"La pandemia ha accentuato una situazione di grande sofferenza di tutti i club italiani. Milan, Inter e Juve negli ultimi due bilanci hanno perso insieme circa un miliardo. Il modello attuale non dà garanzie di stabilità e servono rimedi, credo sia giusto anche eticamente non dipendere sempre dall'azionista. Il calcio del mecenatismo è superato. A maggior ragione ora che le proprietà di molti club sono straniere. Ricordo che la famiglia Zang ha profuso 700 milioni nel corso degli anni, è' normale ora rivedere i costi. Il compito del management è mixare obiettivi sportivi con equilibrio economico-finanziario. Quest'anno le partenze di Hakimi e Lukaku hanno portato equilibrio".

Su Icardi

"Non voglio criticare chi ha fatto la gestione prima di me: Icardi era un grande talento, è stato investito di responsabilità quando non poteva svolgerle. Io posso dire che è un ragazzo che si è sempre comportato bene. Le scelte sono state fatte su valutazioni differenti: quando cerchi di identificare un percorso e scegli le persone, devi avere una visione precisa. E' fatta di disciplina e di responsabilità: in quel caso l'allenatore ha valutato con la società una squadra, Conte li ha interpretati al meglio: ci ha lasciato qualcosa di importante e sta a noi non perderlo. Inzaghi ha le stesse qualità: alla base del successo ci sono questi aspetti"

Sul passaggio dalla Juventus all'Inter

"Mi sono meravigliato, è stato tutto fatto velocemente: io ho annunciato l'addio al sabato e il giorno dopo il presidente Zhang mi ha mandato un messaggio invitandomi ad un confronto. Mi ha preso in contropiede, io avrei voluto dopo otto anni magari riposare: ma ho colto questa opportunità al volo, l'Inter è una grande società. Sono partito con grande determinazione: la proprietà ha sposato subito il mio progetto, che era difficile. Lasciare a casa Spalletti per sceglierne un altro ci vuole coraggio: l'ho fatto forte dell'esperienza. Ronaldo? Io ho espresso la mia valutazione: tutti lo vorrebbero, è un campione e da loro impari sempre. Ha una cultura del lavoro massima. Poi però bisogna collocarlo in un ambiente che in quel momento, secondo me, doveva confrontarsi con valutazione economiche: non è stato quello l'elemento che ha incrinato il rapporto con la presidenza".

Su Lautaro Martinez

"Lautaro sta dimostrando con i fatti di essere un giocatore che rappresenta il presente e il futuro. Ha grandi qualità calcistiche e umane: il suo futuro non può che essere splendido, mi auguro sia all'Inter. Noi faremo di tutto, a breve annunceremo il rinnovo che metterà le basi del futuro. Non perdiamo di vista il fatto di fare una squadra con un mix di esperienza e giovani".

Su Dybala

"Dybala all'Inter? Poteva venire, ancora oggi non ha firmato con la Juve... Ma sicuramente firmerà, oggi è nelle condizioni migliori per rappresentare il futuro della Juve. Quando si ventilava uno scambio Icardi c'è stata questa possibilità".

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