Più testa e più responsabilità, la fiducia dell'allenatore e un impianto di gioco congeniale ed esaltante: Djuricic si gode l'ottimo momento al Sassuolo, ben rappresentato dalla sua perla contro lo Spezia. Il giocatore, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina ripercorre la sua avventura in Italia, dal periodo buio alla Sampdoria alla consacrazione in Emilia.

Djuricic, che feeling con De Zerbi

"Non ho mai avuto molta continuità, mi serviva tempo e fiducia. Ringrazio De Zerbi, non so cosa sarebbe successo se non l’avessi incontrato. Mi ha chiamato a Benevento quando ero in un periodo difficile, dopo la Samp. Sa cosa voglio e ha un’idea di calcio che mi fa divertire”.

Djuricic, è il momento migliore?

“Il più qualitativo, anche se con il Benfica ho vinto molto. L’ambiente Sassuolo aiuta tantissimo, qui mi sento in famiglia. Ho giocato in club più stressanti come Benfica e Samp, in ogni situazione ci sono cose positive e negative”

Samp da incubo, Sassuolo da sogno

“Giampaolo non mi vedeva, peccato perché il modo di giocare era perfetto per le mie caratteristiche. Capita. Qui funziona tutto: a cominciare da una società seria e organizzata, che segue sempre un’idea. Allo Spezia il gol più bello? Ne ho segnato uno molto simile alla Germania con l’U21”.

Il ruolo nel Sassuolo

"Col Sassuolo gioco sulla fascia, a sinistra per accentrarmi e tirare col destro. Nelle altre squadre mi muovevo dietro le punte, un ruolo più difficile Caratterino? Noi serbi siamo particolari, normale essere così. Ma oggi sono sereno, tre-quattro anni fa ero più cattivo. Ora rifletto di più prima di parlare. Ho due figli, un altro è in arrivo in dicembre. Devo dare il buon esempio".

Djuricic su Boga

"Mai visto uno saltare l’uomo come fa lui. Io ho altre qualità. Cosa dice De Zerbi? È un martello e fa bene. Ho ancora tanto da dare”.

Djuricic sul gioco del Sassuolo

“Il pressing, le giocate tra le linee, gli scambi brevi, a due tocchi: ogni passaggio ha una sua logica. Guardo il City di Guardiola e vedo tante cose che facciamo anche noi. Ma possiamo anche cercare soluzione alternative. Prendiamo il lancio lungo di Ferrari per il mio gol alla Samp: non è stata una stranezza o una casualità, è un movimento che proviamo tante volte in allenamento. Un calcio che non tutti capiscono, ma è il futuro. Ho avuto allenatori che sono stati campioni come Van Basten, Koeman, Mihajlovic, altri esperti come Advocaat ma De Zerbi resta il numero uno, lui vede cose diverse”.

Djuricic, il no al Milan e la Nazionale

"Ero giovane, il Milan era in crisi. Non mi sentivo pronto. Mihajlovic fu stato molto importante, mi ha lanciato come centravanti nella Serbia. Penso a Locatelli, Berardi, Caputo. È diventato normale che un giocatore di una piccola vada in nazionale”.

Djuricic (Getty Images)
Djuricic (Getty Images)