L'Inter veleggia senza indugio verso lo scudetto, e la marcia è stata netta anche con il Sassuolo: 10 vittorie di fila per la squadra di Conte, anche se la critica ha storto il naso per la propensione difensiva e quel 30% di possesso palla in casa. A "difendere", ve ne fosse bisogno, l'allenatore nerazzurro ci pensa alla Gazzetta dello Sport uno degli uomini simbolo della sua prima Juventus tricolore, Emanuele Giaccherini.

Giaccherini e il 'caso' di Inter-Sassuolo

"La bellezza è sempre figlia del risultato. Nessuno tra un mese si ricorderà del difensivismo, o presunto tale, di Inter-Sassuolo, ma tutti parleranno solo dell’ennesimo scudetto di Conte. Con il Sassuolo l’Inter ha ragionato da provinciale, come spesso ha fatto la Juve negli ultimi 9 anni. Per superarle, anche le piccole vanno affrontate con umiltà, ma è ingiusto guardare solo a mercoledì: quest’anno l’Inter è spesso dominante e crea tantissimo. Non conta tanto se col Sassuolo hai fatto il 30% di possesso, ma conta che hai preso 3 punti. E valgono come quelli della partita contro la Juventus che è stata stradominata".

Inter, l'impronta di Conte

"Rivedo lo stesso tecnico di Juve e Nazionale. Cambiano gli interpreti, ma non il gioco, la ferocia e la fame di vittoria. Il suo essere un martello. Ancora una volta ha plasmato una squadra a sua immagine. L’anno scorso ha ridotto il gap con la Juve, quest’anno completa il lavoro. E no, non gli serve andare in un centro estetico...Ovunque va, fa capire la sua mentalità e tutti recepiscono in tempi rapidi. La bellezza è la personalità, il carisma: dà tanto ai calciatori e i calciatori danno tanto a lui. È un perfezionista, dagli allenamenti al campo, tutto viene studiato nei dettagli. A volte le ciambelle non riescono col buco e in Champions non è andata bene. Ma alla lunga in campionato il suo lavoro viene sempre fuori".

Emanuele Giaccherini (Getty Images)
Emanuele Giaccherini (Getty Images)