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Alessio Dionisi, tecnico dell'Empoli appena promosso in Serie A, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Queste le parole dell'allenatore che come Sarri e Giampaolo non ha grandi trascorsi da calciatore.

Intervista a Dionisi sulla sua carriera

 

  «Ho sempre seguito la Serie C e la D, fino al girone E sono preparato. Ho conosciuto la B e adesso penso alla partita con la Salernitana. Poi pian piano dovrò studiare altro...».

Come tanti suoi predecessori su questa panchina...

«Quando sono arrivato mi hanno parlato di loro. Meno male che ero seduto, mi tremavano le gambe. Sarri, Giampaolo, Spalletti... Li stimo tanto, non li conosco, ma non mi paragonerò mai a loro».

Il suo percorso ricorda quella di Vincenzo Italiano.

«Lui è salito dalla D vincendo i playoff, come in C e in B. Io ho avuto meriti e fortuna. Sono i giocatori che fanno sempre la fortuna degli allenatori».

 

Intervista a Dionisi sul futuro

Quando allenava in Serie D ha attirato l’attenzione dei club di C, quando era in C ha colpito quelli di B. Perché?

«Chi veniva a vedere le partite notava una squadra che giocava da... squadra. Gli addetti ai lavori competenti notano queste cose. Logico che i risultati colpiscono, ma bisogna anche guardare oltre. E comunque non ho mai avuto squadre costruite per vincere».

Nemmeno l’Empoli?

«L’Empoli sì, il problema è che veniva da una stagione al di sotto delle aspettative. La squadra l’ha capito, ha fatto autocritica e si è messa in discussione. La società l’ha migliorata, noi dello staff ci abbiamo messo del nostro».

 

Intervista a Dionisi sulla rosa per la Serie A

L’Empoli, anche in passato, ha ottenuto i risultati migliori giocando come con lei.

«Quando sono arrivato c’erano i giocatori adatti per fare il 4-3-1-2, penso che la società abbia scelto un allenatore che giocava così. Non mi hanno chiesto di ripetere certi modelli, penso sia stato naturale».

A Empoli andare in A è un’abitudine: già 7 volte.

«L’ambiente è esigente, qualche mugugno dopo qualche pareggio c’è stato, ma è servito da stimolo per tutti noi».