Gianluca Rocchi - ex arbitro di Serie A e da quest’anno punto di raccordo tra arbitri, club e Federazioni - ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. L'ex fischietto ha spiegato il suo compito con i club.

Intervista a Gianluca Rocchi sul suo nuovo ruolo

 

“La mia idea è capire ad esempio su un episodio su cui la commissione ha deciso una linea di intervento se questa trova o meno riscontro nelle squadre. Quando un episodio lo spieghi per come è nato, per come lo hai vissuto e sofferto con trasparenza, tutti ti accettano con più facilità. Se lo lasci nel dubbio chiunque può dire la sua e tutti possono avere ragione o torno”.


Come sta andando il percorso?

“C’è ancora qualche carenza nella conoscenza del regolamento, ma mi hanno sorpreso la partecipazione e l’educazione di tutti. Ho fatto incontri ininterrotti di diverse ore, significa che parli a persone che ti ascoltano. Mostro ai giocatori la stessa presentazione che ha fatto Rizzoli agli arbitri. Poi chiedo un’opinione su episodi in cui la vedono diversamente. E se percepisco che un episodio è valutato fondamentalmente in maniera diversa, nulla vieta che ne parli con Rizzoli e che si aggiusti il tiro”.

Quand’è che l’arbitro deve andare a rivedere la Var? Gli viene chiesto?

“Leggendo il protocollo quando c’è un chiaro ed evidente errore. Ma in queste quattro parole c’è tutta la difficoltà che un Var può trovare nel suggerire una review, perché è talmente soggettivo il chiaro ed evidente errore…”.

L’obiettivo, è trovare arbitri che dirigano bene le gare.

“Il grande obiettivo è trovare arbitri che arbitrino bene sul campo: quando c’è una linearità di interventi coerenti appena c’è qualcosa che non torna te ne accorgi subito e anche per il Var è più facile”.

Non è vero, dice, che un Var giovane ha il timore di correggere uno esperto?

“Per la mia esperienza personale no. Un esempio? In un Roma-Napoli avevo Aureliano, che veniva dalla B, che mi corresse e fece bene. L’arbitro deve capire che il Var è fondamentale: se ti viene corretto un errore dovrai lavorare per non ripeterlo ma non l’avrai commesso. Se vieni via da un campo sapendo di averlo commesso è sempre una sofferenza”.

Rocchi ammette che all’inizio aveva dubbi sul Var, ma che sono spariti quasi subito.

“Mi sono passati tutti dopo qualche settimana: andai a fare un Roma-Lazio. Capitò un episodio e grazie al Var riuscii a cambiarlo. Quella sera pensai a quanto fondamentale fosse quello strumento. Avevo fatto una gran bella partita, un anno prima ne sari uscito a pezzi”.