Pallotta assiste al ridimensionamento della Roma e continua a pensare di vendere la società prima dell'inizio della nuova stagione. I dirigenti che portano avanti il club tra grandi difficoltà auspicano un rapido passaggio di proprietà. Anche i soci spingono l’americano al disimpegno, alcuni hanno fatto sapere di voler uscire e non parteciperanno all’aumento di capitale. Friedkin segue la situazione e resta in attesa di sviluppi, ma non ha abbandonato completamente l’idea di prendere la Roma.

L'abbraccio tra Pallotta e Lotito (Getty Images)
L'abbraccio tra Pallotta e Lotito (Getty Images)

Il 30 giugno si è chiuso il bilancio e non sono state fatte operazioni per sistemare i conti. Il deficit è sostenuto, la previsione è stata confermata e si va verso un passivo che supera i 130 milioni. La Roma ha scelto di sfruttare le opportunità offerte dal Decreto Liquidità per aziende che, a causa dell'emergenza Covid-19, si sono trovate in una situazione in cui le perdite hanno creato problemi di patrimonio. Grazie al Decreto Liquidità la Roma non ha avuto l’obbligo di fare plusvalenze entro il 30 giugno. E’ stato chiesto un prestito di sei milioni di euro a garanzia statale alla Banca Popolare del Lazio. Il problema è stato solo rinviato.

Roma, il decreto liquidità rimanda la crisi?

 

Alcuni soci americani che hanno affiancato Pallotta nella conduzione della Roma spingono il presidente alla cessione e nel più breve tempo possibile, addirittura entro il 31 agosto, ovvero entro la fine dell'attuale stagione sportiva. Come riporta il Corriere dello Sport, per sanare l'attuale situazione debitoria servirà, oltre all'aumento di capitale della proprietà già programmato, "l'apporto di risorse da nuovi investitori".

(Getty Images)
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