“Allegri metterà in campo soprattutto la solidità e cercherà di vincere la partita anche nella gara di andata. Sa che loro si sbilanciano abbastanza facilmente, poi nella gara di ritorno tenterà il tutto per tutto però non credo che nella gara di andata la Juventus si sbilancerà più di tanto anche perché l’andamento di quest’anno, la disposizione, la lettura delle situazioni in questa stagione di Allegri suggerisce questo atteggiamento anche in questa occasione.” Così Alberto Zaccheroni intervenuto oggi a Tutti Convocati su Radio 24 parla della Champions League e aggiunge: “Io sul passaggio del turno ho pochissimi dubbi, la migliore delle 4 in questo momento è la Juventus, la più solida, la più costante. Il Monaco è imprevedibile, ha qualità ma squilibri e per me è l’ultima delle quattro. Per questo dico che la Juve, nella gara di andata, farà una gara attenta cercando di sfruttare le debolezze avversarie nel momento in cui capita l’occasione. L’atteggiamento di Allegri nelle partite importanti è sempre stato controllato.”
SU SARRI - “Non sono d’accordo con Sarri quando dice che vince sempre chi spende di più, la storia dice che a volte le squadre meno forti riescono a vincere ugualmente. Io ho l’esperienza del mio scudetto con il Milan con calciatori che erano arrivati decimi e undicesimi gli anni prima. Poi grazie alla poca pressione siamo riusciti a vincere lo scudetto in un campionato in cui c’erano sette squadre molto competitive”.
SU INZAGHI - “Simone Inzaghi io lo ho avuto come giocatore e sono onesto non avrei mai pensato avrebbe fatto l’allenatore. Invece mi devo ricredere perché ho visto diverse partite loro e devo dire che propone sempre tantissime soluzioni molto inerenti al tipo di partita che deve affrontare. Poi è riuscito, grandissimo merito, a mantenere sempre la squadra sulla continuità, quindi il lavoro quotidiano non solamente sul campo ma anche da un punto di vista gestionale molto bene. Ha la squadra in mano perché poi cambia anche gli elementi e la disposizione in campo ma riesce sempre ad ottenere il miglior risultato possibile. Quindi tanti complimenti perché ha fatto e sta facendo molto bene”.
MOMENTO NO PER PIOLI - “Io conoscono abbastanza bene la piazza di Milano, ci sono stato quattro anni, bisogna stare attenti a non commettere l’errore di portare la attenzione sulla pressione mediatica. Nel momento in cui scrivono di Conte, io non ne avrei proprio parlato. Io sarei rimasto concentrato sulla prestazione, io terrei l’attenzione della squadra fortemente concentrata sulla prestazione, neanche sul risultato, perché poi il risultato lo stavi ottenendo: vincevi sempre. L’errore maggiore in una piazza come Milano è quello di correre dietro alle voci, bisogna proteggere la squadra e rimanere sulle prestazioni. L’Inter non mi convinceva totalmente, però stava crescendo e aveva trovato degli equilibri importanti, soprattutto dentro lo spogliatoio, perché è una squadra che ha bruciato due allenatori precedentemente. Non è una squadra facile da governare, ho la sensazione, dal di fuori, che non ci sia uno zoccolo duro forte all’interno dello spogliatoio. Stimo moltissimo Pioli, già da prima che andasse all’Inter e facesse la serie di risultati. Sul piano tattico, sul piano della preparazione delle gare forse, forse, non voglio dire che è il migliore, ma quasi tra gli allenatori italiani. Anche Montella, ma sul piano tattico e quello della preparazione delle partite metto prima Pioli”.
FUTURO SPALLETTI - “Dopo la sconfitta nel derby direi che lo scollamento Spalletti-Roma è più che evidente, prima mi sembrava in sella e lui è un allenatore molto attento ai dettagli e alla comunicazione, lui ci gioca molto. Mi sorprende che abbia perso gli appuntamenti più importanti perché la sua squadra non ha fatto male, ha fatto bene perché è seconda dietro una Juventus stratosferica, adesso è chiaro che rischia il secondo posto e la sconfitta con la Lazio un pochino mi sorprende perché è vero che collima con quanto ho detto prima e cioè che gli appuntamenti più importanti della stagione li ha falliti quasi tutti, però lui è un allenatore che è molto presente sulla squadra e poi ha una squadra che è la più cattiva delle altre, sul piano del temperamento, sulla determinazione a fare risultato. Mi sorprende che abbia mancato questi appuntamenti importanti a partire dal preliminare di Champions, perché Luciano è un altro allenatore di spessore. Non so se avrei fatto quelle dichiarazioni “O vinco o vado via” perché i calciatori sono particolari, quando non c’è la certezza di avere lo stesso allenatore il prossimo anno, non hanno lo stesso atteggiamento”.
MONTELLA 'IMPECCABILE' - “E’ stato quasi impeccabile, a me piace molto Montella, già quando ero in Giappone seguivo e ascoltavo le sue conferenze stampa, si vede che ha grande passione, grande determinazione e ha mostrato anche idee; però quest’anno lui ha avuto un grande vantaggio, un vantaggio che ho avuto anche io l’anno dello Scudetto: non c’è grande pressione. Sull’altra sponda c’è sempre stata grande pressione, sponda Milan, con Berlusconi in uscita e con questi nuovi entranti che non si capivano bene e che non si capisce bene ancora, credo che nessun milanista abbia messo pressione sulla squadra, non c’erano grandi pretese e questo è un grande vantaggio per un allenatore”.