Un bilancio del suo primo anno dall'esordio dall'arrivo alla Roma più che positivo, nonostante la fatica nel ritagliarsi una spazio sempre più importante agli occhi di Paulo Fonseca: Gonzalo Villar ha parlato dei suoi primi 12 mesi con i giallorossi ai canali ufficiali del club per Table Talk.

Villar, il primo anno alla Roma

"Nei primi mesi in cui ero qui ovviamente mi aspettavo andasse un po’ meglio, mi aspettavo di giocare di più, poi c’è stata la pandemia e si è fermato tutto. Alla ripresa nelle prime partite ho giocato poco, poi c’è stata la partita decisiva, la ricordo ancora oggi: era il 22 novembre, Roma-Parma all’Olimpico, la mia prima partita da titolare. Non sarò modesto, penso di aver giocato davvero bene, abbiamo vinto 3-0. Da quel momento è stato un crescendo. Se devo tirare le somme, dico che è stato un anno incredibile, venivo dalla seconda divisione spagnola. Qui a Roma molti mi dimostrano affetto e vicinanza”.

Villar e la scelta della Roma

"Non è stata una scelta facile, avevo anche altre offerte anche dalla Spagna, da club della Liga, ma la Roma mi ha voluto più di tutte. Mi ha convinto a venire qui, mi voleva fortemente. Fonseca mi ha chiamato per dirmi che gli piacevo e che mi avrebbe voluto qui. E’ un aspetto importante, perché se all’allenatore non piaci non giochi. Parlammo 10-15 minuti, è stata una bella conversazione, è stato sincero. Mi ha detto che mi aveva visto giocare e che secondo lui avevo le caratteristiche che alla Roma mancavano in quel momento e ha concluso dicendomi che avevo le carte in regola per diventare un calciatore importante nella Roma. In quest’anno si è visto che aveva ragione. E avevo ragione anch’io".

Villar e il feeling con Mancini

"Mancini non smette mai di parlare, si arrabbia spesso. E’ un grande giocatore, ma parla veramente tanto, in ogni momento della partita. Non importa che sia con Pedro, Mkhitaryan, Dzeko… parla sempre! Urla anche, a volte non aiuta…"

Gonzalo Villar (Getty Images)
Gonzalo Villar (Getty Images)