Lo aveva detto a chiare lettere già due settimane fa Carlo Ancelotti, denunciando anzi gli inglese che all'epoca avevano preso sotto gamba la situazione: "Il calcio ora conta zero, pensiamo prima a risolvere questa situazione". L'ex tecnico del Napoli, attualmente all'Everton, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport dove ha parlato del ridimensionamento a cui va incontro il calcio a causa dell'emergenza Coronavirus: "Ciò che conta adesso è contrastare efficacemente il virus, lo ripeto. Poi, certo, se sarà possibile proseguire la stagione, bene, altrimenti amen. Mi fa ridere chi insiste a fare discorsi sulla preparazione, c'è addirittura chi parla di tre settimane di allenamento. Son cazzate, E' una barzelletta, quello della preparazione è un falso mito. Oggi chi ha tre settimane a disposizione? Ci si allena giocando. L'importante è che si fissa una data e quella poi è uguale per tutti. Se intendo per tutti i campionati? No, l'Italia credo sia avanti, ho sentito che il picco dovrebbe essere tra poco. In Inghilterra siamo in ritardo di giorni, in Spagna invece è un casino".

Noi tutti stiamo vivendo una vita alla quale non eravamo abituati e che ci cambierà profondamente. Dovremo darci tutti una bella ridimensionata, a cominciare dal calcio. Sento parlare di taglio degli stipendi, di sospensione dei pagamenti. Mi sembrano soluzioni inattuali, intempestive. Presto cambierà l’economia, e a tutti i livelli, i diritti televisivi varranno di meno, i calciatori e gli allenatori guadagneranno di meno, i biglietti costeranno di meno perché la gente avrà meno soldi. Prepariamoci a una contrazione generale".

LIVERPOOL-ATLETICO, FOLLIA A PORTE APERTE - "L'altro giorno ho sentito Klopp, mi ha detto che giocare quella partita in determinate condizioni è stato un atto criminale. Penso abbia ragione".