La ressa tra la terza e la decima posizione in Premier spiega perché otto squadre, più naturalmente la diretta interessata, attendano con il fiato sospeso il verdetto del Cas (Corte Arbitrale per lo Sport), sede a Losanna, sul ricorso presentato dal Manchester City contro la squalifica europea per due stagioni. In caso di bocciatura dell’appello, o anche solo di un mezzo sconto – lo stop per un anno -, si andrà in Champions con il quinto posto. Per effetto domino, l’accesso in Europa League sarà condizionato da un’eventuale sanzione.

Di conseguenza, tifano tutti, tranne il City, per la conferma della sentenza emessa il 14 febbraio, con l’aggiunta di una multa: 30 milioni di euro. L’inchiesta avrebbe portato alla luce le irregolarità finanziarie commesse dal City tra il 2012 e 2016: alcune sponsorizzazioni sarebbero state in realtà trucchi contabili per mascherare iniezioni di denaro da parte della proprietà, riconducibile allo sceicco Mansour, fratellastro del presidente degli Emirati Arabi. 

Manchester City, quali saranno le conseguenze in caso di esclusione dalle Coppe?

Pep Guardiola, che ha manifestato ottimismo in queste ore, ha promesso che rispetterà il contratto: è legato al City fino al 2021. Il belga De Bruyne, come riporta la Gazzetta dello Sport, dopo le dichiarazioni iniziali in cui aveva spiegato che «restare fuori dalle coppe europee per due stagioni non è cosa da poco, bisogna pensarci bene», ha cambiato registro. Anche Sterling pare intenzionato a restare, comunque vada. La conferma della squalifica del City fino al 2022 avrebbe un effetto terremoto: per la Champions attuale, per quelle future, per la Premier e per il calciomercato mondiale.

(Getty Images)
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