Zlatan Ibrahimovic non ha intenzione di smettere. Nonostante i due anni trascorsi in America e i recenti problemi che hanno visto i tifosi del Malmoe rivoltarsi contro il loro eroe di un tempo per un investimento in una delle società concorrenti di Stoccolma, lo svedese non ha intenzione di appendere gli scarpini al chiodo ed anzi ha rilanciato: "Se c’è un progetto che mi stimola posso giocare ai miei livelli fino a 50 anni. Ho appena concluso l’esperienza a Los Angeles. È stata fantastica, ora siamo in due a essere eroi dei due mondi: io e Giuseppe Garibaldi".

Insomma, il solito Ibra. Che se da un lato ancora deve sciogliere le riserve, dall'altro ha regalato più di un indizio. Diversi sono stati infatti i segnali lanciati all'Italia e a Milano, ma non solo: in Serie A anche il Bologna di Mihajlovic, suo grande amico, è diventata un'opportunità - "Con Sinisa mi sento spesso. È un amico, persona eccezionale, un uomo raro" - così come lo sono sempre state anche Roma e Napoli delle alternative concrete. 

Anche se per Ibra, Italia vuol dire quasi sempre Milano: "Milano è la mia seconda casa. Milano non è la mia seconda città, è la mia seconda casa. Ho dei ricordi meravigliosi". E' per questo che continua a parlarsi insistentemente di Milan: durata dell'ingaggio e stipendio non sarebbero virtualmente un problema. Tutto, come spesso accade, è nelle mani di Ibra.