"Patrick ha 20 anni, deve stare tranquillo. Piatek sta facendo benissimo ed è difficile da mettere in panchina in questo momento, ma Patrick ci ha portato tanti punti e arriverà il suo momento. Deve pensare solo a lavorare, si sta impegnando anche più di prima". Calabria parlava così, poche ore fa, dell'amico Cutrone, che dopo l'avvento del pistolero è stato ormai relegato in panchina. 

Fuori anche in Coppa Italia, ora il giovane centravanti freme. Il suo agente, pochi giorni fa, era stato enigmatico in merito al suo futuro in rossonero: su di lui è tornato forte il Torino, che se vendesse uno tra Zaza (arrivato dal Valencia per 2 milioni di prestito e 12 di riscatto obbligatorio), Iago (già in estate vicino alla Liga) e Belotti (per cui a gennaio era arrivata una richiesta dal West Ham), sogna proprio Patrick. Il Milan ad oggi però non lo ritiene cedibile, se non di fronte ad un'offerta irrinunciabile, non inferiore ai 45 milioni (i 30 di cui alcuni media parlano oggi sono una delle vecchie richieste rossonere). In ogni caso, se dovesse partire, la soluzione più probabile resterebbe quella del rientro di André Silva, il cui riscatto da parte del Siviglia non è scontato come un tempo.

Il campo, in ogni caso, darà un'indicazione importante, in tal senso. Da qui a fine stagione bisognerà capire quante chances avrà il ragazzo, che non intende per nulla al mondo perdere il treno Euro 2020. Contro il Sassuolo o contro il Chievo avrà una chance dal 1'. Gattuso sa bene che deve tenere alto il livello "tensionale" del suo centravanti elettrico, se non vuole perderlo psicologicamente. E pur avendo fissato ormai delle gerarchie, dovuto al rendimento eccezionale di Piatek, non gli negherà l'occasione giusta. Che se non sarà contro De Zerbi e i suoi ragazzi, sarà prima del derby, contro i clivensi.