CHI È CHRISTIAN ERIKSEN

Christian Eriksen nasce a Middelfart nel giorno degli innamorati, il 14 febbraio, di un anno che in Danimarca non è di certo uno qualunque. 1992, anno dell'estate magica in cui i danesi da ripescati salgono sul tetto d'Europa. E lui, nato in un anno particolare, è stato già da piccolissimo il predestinato per antonomasia della sua generazione. Per questo Eriksen non ha bisogno di particolari presentazioni, ma ripercorriamo la sua storia. Muove i primi passi e tocca i primi palloni nella squadra della città, allenato da papà Thomas, fino a che arriva la chiamata dell'Odense. Cresce nel mito di un 10 non banale, quel Francesco Totti, che spesso e volentieri "comanda" quando gioca alla Playstation. Non passa molto tempo all'Odense, perché nel 2008, a soli 16 anni, lo ingaggia l'Ajax dove già da subito ricorda per il suo talento grezzo campioni del calibro di Wesley Sneijder e Rafael Van der Vaart. Qui, in uno dei migliori vivai d'Europa, sfoggia tutto il suo potenziale, catalizzando il suo processo di crescita grazie all'opera di Frank de Boer; una crescita costante che in Danimarca fa sprecare paragoni, tanto da non considerare assolutamente più una bestemmia calcistica considerarlo il nuovo Brian Laudrup, con cui condivide il record di 4 premi come miglior calciatore danese dell'anno. Pagato 1 milione dall'Ajax, che nel 2013 lo vende a 13,5 al Tottenham. Un salto in Premier League che non spaventa Christian, anzi lo esalta affermandolo nell'Olimpo del calcio mondiale, fino a sfiorare quella Champions' League sfumata nella finale contro il Liverpool nell'estate del 2019. Un rapporto incrinato con gli Spurs dopo l'esonero di Pochettino, che lo ha portato a scegliere l'Inter, proprio quella squadra che aveva punito nei gironi di Champions' sia a San Siro (prima che la "riprendesse" Vecino, con Icardi) che a Wembley. L'Inter paga 20 milioni di euro per un giocatore dal talento cristallino e la caratura mondiale, per farlo giocare in quello stadio che poteva essere nel suo destino, se l'Ajax non avesse bruciato la concorrenza del Milan nel 2008, dopo il provino con i rossoneri. Porterà la sua affidabilità e la sua eleganza alla causa nerazzurra, con il numero 24, casuale e piacevole omaggio alla memoria di Kobe Bryant, ma che in realtà sottende il passo in avanti fatto nella sua carriera rispetto al 23 indossato con la maglia del Tottenham.

IL RUOLO - Partiamo dall'assioma che giocatori del suo talento possono fare bene ovunque in mezzo al campo, ma senza dimenticare la solidità dei dogmi tattici di Antonio Conte. Eriksen nasce e cresce trequartista centrale, un ruolo che non è previsto nell'assetto tattico dell'ex tecnico juventino. La duttilità del danese andrà incontro alle esigenze dell'Inter, perché l'ex Tottenham sa interpretare con grande qualità anche altri ruoli, come la mezzala, l'esterno offensivo (non però a tutta fascia) e anche la seconda punta, opzione che potrebbe tornare subito d'attualità viste le due giornate di squalifica inflitte a Lautaro Martinez. Orientativamente è immaginabile un Eriksen al posto di Sensi, per mantenere l'equilibrio del centrocampo (difficile immaginarlo al posto di Barella, per intenderci), o anche al posto di Brozovic con Sensi in cabina di regia, soprattutto finché il croato non sarà al massimo della sua forma.

PERCHÈ PRENDERLO AL FANTACALCIO - Basta davvero solo il nome. Eriksen va preso, o perlomeno bisogna tentare di farlo, per quello che ha detto e fatto finora in carriera. Giocatore totale, o come piace dire oltreoceano un "all around player", tecnico e ficcante, bravo a impostare, rifinire e anche dare la stoccata finale. I numeri parlano per lui e sarebbe sciocco non provare a inserirlo nella propria rosa. Nonostante l'ultimo periodo non felicissimo a Londra, infatti, Eriksen è affamato e voglioso di fare grandi cose in Italia.

... E PERCHÈ NO - Come avevamo segnalato per Young, i motivi sono pochi. Ce n'è uno scaramantico: i danesi che lo hanno preceduto nella Milano nerazzurra hanno fatto particolarmente male, o quantomeno non hanno lasciato il segno. Motivazione che lascia il tempo che trova, quindi proviamo a cercarne una reale. Al momento sembra esserci traffico a centrocampo, anche se abbiamo l'impressione che al momento delle scelte Conte farà fatica a non puntare sul danese.

STATISTICHE - Numeri impressionanti quelli messi insieme da Eriksen nel corso della sua carriera, soprattutto per una propensione all'assist vincente quasi fuori dal normale. Da lui ci si aspettano bonus in gran numero e una massiccia dose di +1, anche +1.5 se utilizzate il quality assist. Dal 2009 al 2013 con la maglia dell'Ajax, Eriksen ha giocato 162 partite, segnando 32 gol e servendo 66 assist, che hanno portato i Lancieri a vincere 3 campionati, 1 coppa d'Olanda e 1 supercoppa olandese. Al Tottenham le presenze sono state 305, conditi da 69 gol e il numero impressionante di 89 assist. Non da meno in nazionale, dove è faro indiscusso (31 gol in 95 apparizioni).

LA FANTASCHEDA (1-5)

VALORE ASSOLUTO DEL CALCIATORE: 5/5

VALORE FANTACALCISTICO DELL'ACQUISTO: 4.5/5

CONTINUITA': 4.5/5

POTENZIALE TITOLARITA': 4/5

RESISTENZA AGLI INFORTUNI: 4/5

TENDENZA AL BONUS IN PROPORZIONE AL RUOLO: 4.5/5