La nazionale francese aveva interrotto la sua parabola d’oro iniziata col trionfo ai mondiali del 2018 e culminata con la vittoria in Nations League a danno della Spagna. In mezzo, un campionato europeo clamorosamente gettato al vento dall’incredibile rimonta subita dalla Svizzera quando i transalpini sembravano avere in pugno il passaggio del turno.

I successi degli ultimi anni non si sono fatti condizionare dalle vicende sportive, determinate da quelle private, di alcuni dei calciatori che adesso sembrano rivestire un ruolo fondamentale in un gruppo che si affida a una notevole quantità di individualità. Su tutti, Karim Mostafa Benzema e Theo Bernard François Hernández, attaccante il primo, fluidificante modernissimo il secondo.

Il centravanti col vizio del rifinitore del Real Madrid aveva dovuto “sospendere” il suo rapporto coi Blues a causa di una lunga e non ancora risolta faccenda giudiziaria, il cui atto decisivo si celebrerà tra il 20 e il 22 ottobre. Dal 2016, le relazioni tra il franco-algerino e la Francia avevano subito una brusca quanto complicata battuta d’arresto caratterizzata da un’ostinata e accesa dialettica a distanza per la quale la punta madrilista aveva dovuto rinunciare pure alla partecipazione al campionato del mondo in Russia, poi vinto proprio dai francesi. 

L’assenza di Benzema, nonostante la squadra di Didier Claude Vincent Deschamps si fosse laureata campione del mondo senza il fuoriclasse delle merengues, ha comunque fatto rumore. Un rumore che nel corso del tempo ha indotto i vertici federali e quelli tecnici a riconsiderare la riammissione in organico del calciatore. Una riammissione culminata con grandi prestazioni e con la perla decisiva nella rimonta portata a termine dai francesi nella finale di Nations League.

Benzema ha sempre dovuto fare i conti con un’anomala e ambigua considerazione rispetto al suo peso tecnico anche nella sua squadra di club. A volte, le sue grandi qualità si sono confuse tra i tanti fuoriclasse presenti in una rosa capace di vincere tanto sia in Spagna che in Europa. Il tempo ha invece dimostrato che l’apporto di questo calciatore in termini tecnici e tattici è risultato determinante per scrivere una storia fatta di trionfi e trofei. Oggi, questo giocatore può essere considerato tra i più grandi calciatori degli ultimi decenni, molto più di altri che per discontinuità o sovraesposizione mediatica hanno goduto di stime e apprezzamenti talvolta oltremisura. 

Theo Hernández, invece, aveva dovuto rinunciare alla nazionale per molto tempo a causa di un contrasto dovuto ad aspetti disciplinari. Il terzino che nel Milan si è ormai ritagliato un posto di primissima scelta e che può essere considerato uno tra gli elementi fondamentali a disposizione di Pioli, anche nella Francia si è presto dimostrato decisivo sia per rendimento che per la capacità di risultare importante anche in chiave offensiva. Il suo è un calcio totale, in grado di assicurare efficacia in tutta la sua zona di campo. 

Hernández interpreta il ruolo di terzino moderno sia nella fase difensiva che in quella di costruzione, così come dettato dagli statuti più attuali degli odierni sistemi di gioco. Un aspetto che in una nazionale come quella francese, molto basata sulle soluzioni dei singoli, vale una maggiore tenuta tattica e un’alternativa valida in alcuni momenti della gara. Un copione che nel Milan, sia pur per ragioni diverse, l’esterno francese ha già saputo recitare in molti frangenti. Adesso, al di là delle vicende extra calcistiche, la selezione francese può dirsi certa di vantare due uomini in più.