Nella decima giornata la Juventus ha ospitato tra le mura dello Stadium i cugini granata del Torino. Per i bianconeri Pirlo ha scelto l'ormai classico 4-4-2 camaleontico con Cuadrado e Danilo sugli esterni difensivi, Kulusevski e Chiesa qualche metro più avanti e la coppia Ronaldo-Dybala in attacco, anche per via dell'assenza per squalifica di Morata.

Pronti via e la Juventus sembra subito andare a scartamento ridotto, tanto che i granata riescono a portarsi in vantaggio approfittando di una dormita collettiva dei bianconeri sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Dopo la sberla subita ci si attenderebbe una reazione furente da parte di Ronaldo e soci, invece a parte qualche sporadica iniziativa personale i bianconeri sembrano non essere né mentalmente né fisicamente in partita. A tenere in piedi il risultato ci pensano prima Szczesny, con un ottimo intervento sul contropiede portato dall'ex Zaza, e poi de Ligt che asfalta letteralmente Linetty impedendo al polacco di potersi involare comodamente verso la porta. 

La ripresa si apre con i bianconeri che si riversano nella metà campo avversaria, cercando di trovare qualche spiraglio utile per andare ad infastidire Sirigu. La prima occasione utile arriva al 57' con Cuadrado che trova il gol con una bella conclusione da fuori area, ma il grande classico bianconero di questo inizio di stagione fa capolino anche questa volta: sul tiro c'è una posizione di fuorigioco attivo di Bonucci che impedisce l'intervento di Lyanco e quindi il VAR, giustamente, annulla la rete. La Juventus dunque continua a ruminare gioco, ma sempre con una certa lentezza, senza impensierire più di tanto Sirigu. La svolta arriva al 77' quando su un cross dalla trequarti di Cuadrado è il neo-entrato McKennie a sfruttare l'errato posizionamento della difesa avversaria per trovare la rete del pareggio. La rimonta viene completata solamente a pochi secondi dal termine, con un'azione fotocopia al gol del pareggio: questa volta è Bonucci a vestire i panni del goleador ed infilzare, anche lui con un colpo di testa, l'incolpevole Sirigu.

I tre punti in classifica fanno sicuramente bene al morale dei bianconeri, ma la prestazione vista sul terreno di gioco fa stare tutt'altro che tranquilli in vista del proseguo di stagione. La truppa di Pirlo è apparsa ancora insicura, con poca grinta e determinazione soprattutto nel primo tempo, quando anche il gol subito non è riuscito a dare la giusta scossa agli undici mandati in campo dal mister juventino. Un po' meglio nella ripresa dove si è vista almeno la volontà di tenere gli avversari chiusi nella propria metà campo ed impedendogli di avvicinarsi seriamente alla porta difesa da Szczesny. Un cuore Juve che non si vedeva da tempo e da cui i bianconeri dovranno ripartire per cercare fiducia e continuità.

Nel grigiore generale della prestazione juventina si salvano appena tre elementi. Il primo è il portiere polacco Szczesny che in questo difficile avvio di stagione si sta dimostrando sempre più affidabile anche in partite dove viene chiamato in causa con il contagocce. Il secondo è de Ligt che ha ormai pienamente recuperato dal problema alla spalla e grazie alla sua fisicità riesce a mettere le toppe anche sugli errori dei compagni, il contrasto con cui ferma il contropiede di Linetty è la certificazione di un difensore sicuro di sé e dei propri mezzi fisici. Infine il migliore dei bianconeri è, senza ombra di dubbio, il colombiano Juan Cuadrado. L'esterno non propriamente difensivo della Juventus si è dimostrato uno dei veri leader di questa squadra, le parole di Pirlo di qualche giorno fa in merito alla "personalità" devono essere risuonate forti e chiare nella testa dell'ex Fiorentina. Nel derby di ieri sera ha realizzato un gol, poi giustamente annullato, fornito due assist, ma soprattutto non si è fatto abbattere dagli errori commessi, anche da quelli banali. Una prestazione maiuscola per uno dei punti fermi di questa Juventus in questo avvio di stagione. Se c'è un giocatore che, in questo momento, rappresenta il cuore Juventus questo è proprio il numero 16, un motorino inarrestabile che non si arrende alla prima difficoltà.