È giunto il momento dell'annata 1946, un'annata piena di giocatori del Vecchio Continente in cui l'attacco è la punta di diamante con dei giocatori passati alla storia del calcio mondiale: dice niente George Best?

Wolfgang Kleff - Ogni squadra che si meriti ha bisogno di un portiere di tutto rispetto e Kleff risponde esattamente a queste caratteristiche. Il suo palmares parla per sé: è stato il baluardo dell'epopea del Mönchengladbach degli anni '70 e grazie a queste annate dominate con 5 Bundesliga, 2 Coppa UEFA e una semifinale di Coppa dei Campioni persa contro il Liverpool - che poi in quell'edizione avrebbe battuto il Bruges in finale - nonostante la vittoria per 2-1 dell'andata. Kleff è stato uno dei migliori della sua generazione in Germania e questo gli valse anche innumerevoli convocazioni con la Nazionale maggiore, ma lì trovò poco spazio da titolare per un motivo noto al mondo come Sepp Maier: da suo secondo Kleff fece parte delle due spedizioni, europea e Mondiale, che Die Mannschaft ha vinto nel 1972 e nel 1974. Queste sono due competizioni che torneranno parecchio in questa top XI...

Berti Vogts - Come un ritornello, il Mönchengladbach schierava in porta Kleff e sull'out di destra Berti Vogts: i due praticamente iniziarono e smisero insieme la maglia nero-verde e vinsero le medesime competizioni, ma con una piccolissima differenza, ovvero che Vogts passò alla storia come uno dei terzini destri più importanti della storia. Il palmares, come detto, è identico a quello del portiere, ma le vittorie con la Nazionale videro Vogts protagonista tanto che gli valsero l'inserimento nel Team dell'Anno di Kicker per 9 volte nell'arco di 12 stagioni venendo eletto come giocatore dell'anno per due volte a 8 anni di distanza nel 1971 e nel 1979. Oltre a tutto questo vanno aggiunti due inserimenti nell'All Star Team della FIFA per i Mondiali del 1974 e del 1978. Una carriera da top Mondiale per colui che come allenatore conquistò l'Europeo del 1996 con la Germania dando il via al processo di ricostruzione che porta sino ai giorni nostri.

Barry Hulshoff - Gli anni '70 del mondo del calcio sono dominati da giocatori tedeschi e olandesi, salvo rarissime eccezioni. La difesa è la massima espressione di questo concetto e Hulshoff è forse uno dei nomi meno noti in questo senso, ma che più ha contribuito all'epopea dell'Ajax degli anni '70 costruito da Rinus Michels: difensore importantissimo nelle sorti del suo club, diventa anche perno dell'Olanda di inizio anni '70, anche se un infortunio gli preclude la partecipazione ai Mondiali del 1974 che gli Oranje perderanno in finale contro la Germania. Il suo palmares è di tutto rispetto, come qualsiasi giocatore che milita nell'Ajax di quel periodo: sei campionati olanedesi, tre coppe campioni e una coppa intercontinentale. Un bottino che nemmeno qualche macchia postuma potrà cancellare.

Gregorio Benito - "Goyo" nasce il 31 ottobre del 1946 edall'età di 17 anni entra nel vivaio del Real Madrid per abbandonarlo solo per un breve prestito al Rayo Vallecano sul finire degli anni '60. Trecentodiciassette presenze con le merengues con cui passa 14 stagioni e contribuisce a mantenere alto il nome del club spagnolo in un periodo internazionalmente non proficuo per lo stesso: sul finire della sua carriera arriva a un passo dall'alzare la Coppa dei Campioni, ma si dovrà accontentare di 6 campionati spagnoli e 4 Copas del Rey.

Zygmunt Anczok - L'annata 1946 non è stata esattamente proficua per quanto riguarda il ruolo di terzino sinistro, ma Anczok è comunque un buon rappresentante per questa compagine ideale visto il suo rendimento con la maglia della nazionale polacca con la quale ha collezionato 45 presenze in carriera e ha contribuito alla vittoria della stessa alle Olimpiadi del 1972 battendo in finale l'Ungheria e regalando l'oro alla propria selezione nazionale.

Wim Jansen - Si torna in Olanda per comporre il centrocampo, ma non si passa per l'Ajax di Rinus Michels, bensì si fa a Rotterdam, al Feyenoord con uno dei suo giocatori e poi allenatori più rappresentativi. Quattro Eredivisie nell'epoca dell'Ajax a inizio anni '70, una Coppa UEFA, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Il suo palmares viene poi rifinito con un breve stint all'Ajax sul finire di carriera, ma la cosa più importante di questo periodo è l'endorsement di Cruyff - suo compagno nell'avventura statunitense - che lo consiglia alla dirigenza dei lancieri per diventare il libero, nonostante una carriera passata in mediana, anche con la maglia della sua Nazionale di cui è perno fondamentale in tutto il periodo clou del calcio olandese e per la quale gioca per per ben 13 anni: il suo esordio fu nel 1967, mentre la sua ultima gara nel 1980 - due sconfitte in una carriera costellata di successi -.

Gerrie Mürhen - Rimaniamo in Olanda, ma torniamo all'Ajax per parlare del compianto Mürhen che dell'Ajax di Michels è stato colonna portante contribuendo con presenze (220) e gol (54) alle vittorie nazionali ed internazionali dei lancieri. Tre Eredivisie, tre coppe di lega olandesi, tre Coppe dei campioni, due supercoppe europee e un intercontinentale in una carriera che dal punto di vista dell'impiego della Nazionale avrebbe sicuramente potuto dare di più, ma il suo ruolo era oberato di presenze che lo hanno limitato nel numero di presenze. 

George Best - “Ho speso molti soldi per alcool, ragazze e macchine veloci. Il resto l'ho sperperato”. Questo dice moltissimo di quello che per molti è considerato uno dei più grandi interpreti del calcio mondiale. Nato a Belfast il 22 maggio del 1946 spende buona parte della sua carriera al Manchester United con cui contribuisce a creare la mistica della maglia numero sette dei Red Devils. Centotrentasette reti in più di 300 presenze alla corte del manager scozzese Busby che di lui disse, dopo aver prelevato dalla sua squadra locale: "Credo di aver trovato un genio" e aveva dannatamente ragione. Nel 1968 viene insignito del Pallone d'Oro, viene introdotto nella Hall of Fame del calcio mondiale ed è riconosciuto dalle classifiche specializzate come l'ottavo migliore giocatore del millennio scorso, il tutto senza aver mai condotto una vera vita da atleta a tempo pieno. Aveva ragione Busby: è stato un genio del calcio.

Roberto Rivellino - Figlio di emigrati molisani approdati in Brasile, Rivellino è uno dei giocatori più eleganti e divertenti ad aver mai calcato i terreni di gioco: a lui, ad esempio, si deve l'invenzione dell'"Elastico" che tanto fa impazzire i tifosi ai giorni d'oggi. Se anche Pelé lo considera come uno dei migliori giocatori della storia del calcio evidentemente qualcosa di buono l'italo-brasiliano deve averlo fatto... La sua pagina dei riconoscimenti individuali è infinita, ci si perderebbe il giorno di Natale a leggerla, così come ripercorrere i momenti salienti della sua carriera. Uno dei più grandi. Semplicemente.

Bernd Hölzenbein - Torniamo in Europa per concludere la formazione con una delle colonne storiche dell'Eintracht Francoforte e della nazionale della Germania Ovest. Quindici stagioni con la maglia rossonera di cui è uno dei massimi rappresentanti della storia e uno dei migliori marcatori di sempre con le sue 160 reti, anche se una delle giocate più importanti è un rigore procurato: anno 1974, Olympiastadion di Monaco, Hölzenbein si procura un tiro dal dischetto nella Finale del Mondiale con la Germania sotto di una rete dopo appena due minuti di gioco. Quella finale la Germania poi la vincerà e l'esterno offensivo potrà alzare la Coppa del Mondo in casa sua.

Pierino Prati - Unico rappresentante italiano della lista, ma uno di peso. Giocatore storico del Milan con il quale passa le stagioni migliori della sua carriera che gli garantiscono anche un posto con la maglia azzurra con cui conquista un secondo posto nel 1970 e vince l'Europeo del 1968. Il suo palmares consta anche di due Coppe delle Coppe, una Coppa dei Campioni nella notte di Madrid contro quell'Ajax tanto citato in questa top XI a cui lui rifila una tripletta. Tre gol all'Ajax di fine anni '60, questo basta come biglietto da visita per quello che è il migliore centravanti di quest'annata. Oltre a questo ci sarebbe anche la Coppa Intercontinentale a corredo in quel doppio incontro mitologico contro l'Estudiantes. 

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi. #LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.