Un cambio di modulo che ha funzionato alla perfezione contro il Barcellona ed ha permesso alla Roma di compiere un’impresa inimmaginabile. I giallorossi si sono schierati con un 3-4-2-1 formato da: Alisson; Fazio, Manolas, Juan Jesus; Florenzi, Strootman, De Rossi, Kolarov; Nainggolan, Schick; Dzeko. È la stessa mossa che fece Spalletti nel 2016 per sopperire all’assenza di Salah per infortunio: nel derby del 4 dicembre si schierò con Szczesny; Manolas, Fazio, Rudiger; Peres, Strootman, De Rossi, Emerson; Nainggolan, Perotti; Dzeko. Anche allora fu un grande risultato: i giallorossi vinsero 2-0, il nuovo assetto fu confermato con ottimi riscontri anche con l’egiziano in Coppa d’Africa nel mese di gennaio 2017.

Di necessità, virtù: Di Francesco, scottato dal 2-0 interno subito dalla Fiorentina, contro i blaugrana ha deciso di cambiare le carte in tavola. Perotti fuori gioco causa infortunio, Cengiz Under, non ancora al meglio dopo essersi fermato con la sua Nazionale, pronto solo per la panchina, Defrel ancora bocciato da esterno (sostituito a fine primo tempo contro i viola), mentre neanche El Shaarawy aveva saputo incidere nella precedente gara di campionato. Questi i presupposti che hanno spinto l’allenatore ad abbandonare almeno per una notte la dogmatica linea a quattro per mettersi a tre dietro, favorendo in avanti la coesistenza tra Dzeko e Schick, ma anche le incursioni di Florenzi e Kolarov sui lati e l’aggressività generale della sua squadra.

Uno schieramento che ben si adatta quindi a quelle che sono le caratteristiche dei giocatori giallorossi e che può essere una soluzione in più da qui alla fine della stagione. Non per questo verrà abbandonato il classico 4-3-3 (e la leggera variante 4-2-3-1), anche perché dopo lo stop è pronto a rientrare, dal 1’ (già subentrato per l’ultimo quarto d’ora contro il Barcellona), la rivelazione turca Cengiz Under perfetto per giocare largo a destra. Il talento classe ’97 era stata l’arma vincente di Di Francesco tra febbraio ed inizio marzo con 6 gol in 6 partite tra campionato e Champions League. Oltre ad El Shaarawy, resta a disposizione poi anche Perotti in via di guarigione dopo il problema al polpaccio accusato al Camp Nou. Il tridente d’attacco dovrebbe quindi restare d’attualità a discapito di Schick l’unico che potrebbe beneficiare di una posizione meno decentrata.

L’attaccante ceco contro il Barcellona ha mostrato una buona gamba ed ha avuto una grande chance di testa per il 2-0, palla di poco a lato. Ma per i motivi sovraesposti e le tante opportunità gettate all’ortiche quando è stato impiegato, dovrebbe restare semplice vice Dzeko con altri attaccanti in questo momento più avanti nelle gerarchie del tecnico romanista.

Anche la linea difensiva a tre non può essere confermata a lungo termine: l’unica alternativa a Fazio, Manolas e Juan Jesus è infatti il giovane Capradossi rientrato a gennaio dal prestito al Bari e che non ha ancora debuttato in Serie A. L’arretramento in difesa di De Rossi, invece, renderebbe la mediana sicuramente meno solida. Difficile pensare dunque in pianta stabile di inserire un difensore in più per un attaccante in meno. Ecco i motivi per cui l’assetto visto contro il Barcellona potrebbe restare un caso isolato, anche se comunque un’importante opzione da giocarsi in caso di bisogno.