E' stato finora il fantacalcio delle grandi delusioni e degli investimenti bruciati. Se infatti in tanti godono ogni +3 di dei vari Piatek, Zapata, Quagliarella, solo per citare i casi più eclatanti, c'è anche chi si sta letteralmente rodendo il fegato per alcune scelte micidiali in fase d'asta. Dopo il clamoroso flop, fantacalcistico e non solo, di Paulo Dybala, e la fuga di Gonzalo Higuain dalla serie A, sta sgomitando per entrare nel podio dei rimpianti della stagione 2018/2019 anche l'insospettabile Mauro Icardi. Sì, proprio lui, proprio quel tipo di attaccante che è come pochi altri in grado di garantire 20 e anche più reti in campionato. Al momento però Icardi non è ancora nemmeno arrivato alla doppia cifra, e alla 23.a giornata di campionato è qualcosa di più di una notizia. Lui non segna e l'Inter è in flessione; l'Inter è in flessione e lui non segna. Potete scegliere voi da quale parte guardare, ma fatto sta che l'astinenza di Maurito sta diventando più che mai preoccupante, e il rapporto non saldissimo con Spalletti, unitamente a un rinnovo che fatica ad arrivare, rendono la situazione sempre più nera, culminata con la perdita della fascia da capitano.

Spalletti e Icardi si incrociano senza guardarsi sul prato del Meazza (getty)

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L'ultimo gol su azione è datato addirittura 2 dicembre 2018, quando con una torsione di testa perfetta da corner la mise alle spalle di Olsen in Roma-Inter finita 2-2. L'ultimo +3 della sua stagione risale invece al 15 dicembre 2018, quando dal dischetto superò il connazionale Juan Musso per il gol vittoria della sua Inter contro l'Udinese. Da lì la luce si è spenta e la porta avversaria è diventata per il nazionale argentino una chimera irraggiungibile, con il gol che gli è sfuggito dalle mani anche nelle occasioni che per lui di solito significano ordinaria amministrazione. Sono al momento 644 i minuti dall'ultima esultanza di Icardi, che ha aperto un periodo nero per i nerazzurri, in grado in 7 gare di vincere solo tre volte, a fronte dello stesso numero di sconfitte e pareggi (2). Al di là del gol di Perisic a Verona contro il Chievo, vanificato dal guizzo di Pellissier a tempo scaduto, le firme da tre punti sono arrivate, forse non per caso, dai suoi sostituti. Che poi passare da sostituti a eredi si sta un attimo, soprattutto se le tensioni per il rinnovo non verranno appianate. Ed è così che Lautaro Martinez è stato preziosissimo nelle zampate da tre punti contro il Napoli e a Parma contro la squadra di D'Aversa. Keita aveva invece firmato il gol-vittoria al Castellani di Empoli. Nove punti che, con il bomber a secco e la carica delle romane, Milan, Atalanta alle spalle, sono state come la proverbiale acqua nel deserto. Un Lautaro che, tra l'altro, a questo punto reclama spazio e forse lo merita. Sacrificare Icardi al momento sarebbe forse gettargli un macigno troppo pesante addosso, anche se eventualità non proprio da escludere.

C'è bisogno di una scintilla per riaccendere Mauro Icardi: ne ha bisogno l'Inter, ma anche i fantallenatori lo sperano, visto che è un giocatore impossibile da panchinare anche dopo le numerose insufficienze beccate negli ultimi turni di campionato. Questo è il momento peggiore di Icardi da quando è all'Inter, visto che in maglia nerazzurra non era mai rimasto a secco per più di 5 giornate (era la stagione 14/15 e dopo il tris al Sassuolo e prima del gol-vittoria al Cesena, Maurito rimase al palo contro Palermo, Atalanta, Cagliari, Fiorentina e Napoli). Basta scorrere a ritroso le scorse stagioni per capire la gravità della situazione. L'anno scorso l'argentino era al doppio delle reti a questo stesso punto della stagione (18). Nel 2016/2017 ne aveva segnati 15 alla 23.a. Il bottino era lo stesso invece nel 2015/2016: nove gol dopo 23 turni (uno ogni 162', molto meglio dell'uno ogni 185' attuale), con un'astinenza massima di 4 partite (quell'anno terminò con 16 gol realizzati). Ne aveva segnati invece Icardi 13 nel 14/15. Non fa testo il 2013/2014: erano solo 2 i gol segnati ma l'attaccante albiceleste era stato fuori per 16 partite.

E mentre Icardi sta vivendo il suo momento più buio della sua parentesi nerazzurra, più buio anche di quando gli screzi con i tifosi intaccarono il suo rendimento, il braccio di ferro fuori dal campo tra la sua moglie e manager Wanda Nara e la dirigenza nerazzurra continua imperterrito, e di certo ha contribuito al peggioramento dell'intera situazione. La bufera si è scatenata: l'Inter all'improvviso gli ha tolto la fascia per consegnarla a Samir Handanovic. Gesto forte, inusuale soprattutto a metà stagione: una storia già scritta, o cronaca di una morte annunciata (come scritto dalla sorella di Mauro Icardi), per un rinnovo decisamente troppo social, come testimoniato dalle foto mai "casual" e casuali della vulcanica moglie dell'attaccante argentino, tra maglie, Tapiri e curve mozzafiato. Il numero 9 ora è nel tritacarne: media, agente, Spalletti, i croati (vedi i "like tattici" di Epic Brozo sui post della fascia tolta); il quadro è nero e rischia soltanto di peggiorare. Il fantallenatore di Mauro dovrà aspettare e sperare, ma al momento si fa fatica a scorgere la luce in fondo al tunnel.