Il calcio, molto spesso, ci regala storie di eroi semplici ed eterni. Il 12 maggio 1974 la Lazio scrisse la sua vincendo il primo e indimenticabile Scudetto. Bastò un rigore di Giorgio Chinaglia per battere il Foggia e tingere la Capitale di biancoceleste. Una rivincita dopo anni molto difficili. Un'impresa firmata dal "maestro" Tommaso Maestrelli.   


Lazio, ecco la "matta banda Maestrelli" negli anni di piombo

"Lo spogliatoio era spaccato e le partitelle erano una caccia all’uomo". Gli allenamenti a Tor di Quinto non erano come quelli delle altre squadreTante personalità elettriche, troppi umori contrapposti, nel gruppo biancoceleste: da una parte il clan Chinaglia-D’Amico, che poteva contare sull’appoggio di Wilson, Pulici e Oddi. Dall’altra quello della pazza coppia Re Cecconi-Martini, spalleggiati da Petrelli. Ragazzi mossi da spiriti ribollenti e che nutrivano una viscerale passione per le armi. Liti e risse durante la settimana, poi la pace e l'unione nel week-end. "Eravamo una squadra molto particolare, ma per fortuna c'era una grande uomo in panchina". Si, quando si ricorda Maestrelli si deve parlare prima dell'uomo, poi dell'allenatore:"Era un padre per tutti noi, capiva sempre come ci sentivamo e rappresentava la nostra famiglia"

Il giorno della gloria eterna all'Olimpico


Dopo la beffa dell'anno precedente, il 12 maggio 1974 la Lazio si laureò Campione d'Italia per la prima volta. "Avevamo la consapevolezza che fosse la partita della storia". Un'impressione confermata alle 17.45, quando 80mila tifosi festeggiarono in un Olimpico colorato di bianco e celeste con una banda di matti fuoriclasse. Un trionfo storico che oggi compie 46 anni e che ogni anno è indelebile nella mente dei tifosi capitolini. Un anniversario colmo di gioia che staranno festeggiando anche bomber Chinaglia, l'angelo biondo Re Cecconi, mister Maestrelli e il Presidente Lenzini, da qualche parte lassù dove osano solo le aquile, tra una chiacchierata e l'altra sulla Lazio.