Un mix letale di tecnica, fisicità, classe. Carriere iper-vincenti, profili osannati in lungo e in largo. Gianluigi Buffon come capitano indiscusso, essendo tra l'altro l'unico tra i campioni elencati ancora in attività. Signore e signori, la Top 11 dei giocatori nati nel 1978 è l'essenza di quello che potremmo chiamare uno "scherzo del destino rovesciato". Come se in quell'anno le forze della natura e dell'uomo si fossero messe d'accordo per regalare a noi e ai posteri cartoline uniche nel loro genere. Godetevi lo spettacolo: ne varrà la pena.

Gianluigi Buffon, 28 gennaio 1978

"Ho pensato di smettere quando ho incontrato Federico Chiesa", ha dichiarato di recente. In effetti, possiamo capirlo: chissà che impressione gli avrà fatto fronteggiare il figlio di quel giocatore che già aveva sfidato da avversario chissà quante volte. Il segno degli anni che passano, ma tra le righe anche il professionismo puro, quello che ti porta a essere competitivo e vincente, stimolante e stimolato a quasi 41 anni suonati. Nonostante i 9 Scudetti, le 6 Supercoppe italiane e le 5 Coppe Italia alzate al cielo, tra Juventus e Parma. E quel leggendario Mondiale 2006, a cui per un soffio non è riuscito ad abbinare un clamoroso Pallone d'Oro. La storia hic et nunc, per la gioia dei tifosi del Psg. Con vista (prima) Champions: doveroso finale di una carriera sfavillante.

James Lee Duncan Carragher, 28 gennaio 1978

Per quelli come lui, utilizzare il termine "bandiera" sarebbe persino riduttivo. Simbolo eccellente di un Liverpool da veri nostalgici. Un Liverpool che dominava più in Europa che in Inghilterra. Per informazioni, chiedere ai sostenitori del Milan di virare la propria bussola dei ricordi al 2005, direzione Istanbul. Sembrerà assurdo, ma nel suo lussuoso palmarés non figurano Premier League. Nonostante le 17 stagioni e le 508 presenze in campionato, tutte con indosso la stessa maglia. 737, considerate tutte le competizioni. Semplicemente fantastico.

Ricardo Alberto Silveira de Carvalho, 18 maggio 1978

Maturazione, affermazione, conferma. I tre punti cardine della carriera di un atleta, lui, li ha pressoché equamente divisi tra tre compagini: Porto, Chelsea, Real Madrid. Un'escalation continua, in termini di prestigio. In cui il suo rendimento è stato costante. E cioè: elevatissimo. 19 titoli nazionali, più 2 continentali. Ovvero la strepitosa doppietta al servizio di Josè Mourinho: Coppa Uefa prima, Champions League poi. Sarebbe stato un peccato appendere gli scarpini al chiodo senza trionfi col Portogallo. Detto, fatto: Europeo 2016 in bacheca. Che cosa chiedere di più?

Carles Puyol i Saforcada, 13 aprile 1978

Discorso identico a quello fatto per Carragher. Una fede, più che una scelta di vita. Nel suo caso, quel Barcellona che gli ha dato veramente tutto. Le Liga (6), le Champions (ben 3), i 2 Mondiali per club e le 2 Supercoppe europee. Premi individuali a raffica, attestati di stima da ogni parte del globo. 178 centimetri di altezza: qualcuno li considerava troppo pochi per poter solo pensare di arrivare a certi livelli. Ebbene, il possente centrale iberico è la dimostrazione in carne e ossa che nulla è vietato. "Se puoi sognarlo puoi farlo", diceva Walt Disney. L'Europeo del 2008 e il Mondiale del 2010 le perle più preziose incastonate nell'eternità.

Rio Gavin Ferdinand, 7 novembre 1978

Se pensi al Manchester United, inevitabilmente pensi anche a lui. A Ferguson, ai successi inaugurati a inizio millennio. E subito dopo anche a lui. Pilastro fondante di una squadra da favola, che ha visto lanciare e far esplodere gente del calibro di Wayne Rooney e Cristiano Ronaldo. Con cui nel 2008 ha conquistato, nel giro di pochi mesi, la Champions e il Mondiale per club. 708 partite giocate (di cui 455 coi Red Devils), oltre alle 81 con la Nazionale. Un pezzo di storia di enorme spessore.

Dejan Stankovic, 11 settembre 1978

Fu un vero colpo di fortuna (e di genio) il fatto che in quel Partizan-Stella Rossa del febbraio 1998, su uno degli allora oltre 50 mila seggiolini dell'impianto serbo, ci fosse seduto Vincenzo Proietti Farinelli. Ex calciatore della Lazio e, all'epoca, osservatore biancoceleste. Gli bastò pochissimo per emettere il verdetto. "Questo è da prendere al volo". Il resto è storia relativamente recente: 5 anni e mezzo nella Capitale, nel periodo senza dubbio più florido dell'intera storia del club (tra Italia ed Europa), poi solo Inter dal 2004 al 2013. E anche lì, di soddisfazioni se n'è tolte parecchie. Come l'ormai leggendario triplete del 2010.

Gennaro Ivan Gattuso, 9 gennaio 1978

Perugia, Rangers, Salernitana. Immaginare oggi un "Ringhio" con addosso colori diversi dal rosso-nero sembra utopia. In realtà la sua carriera nasce e prosegue altrove, prima di prendere al volo il treno che solo una volta passa dinanzi al naso nella vita. A Milano, l'apoteosi: 2 Champions, 2 Supercoppe europee, 1 Mondiale per club, associati a 5 titoli nazionali (di cui 2 tricolori). In mezzo, il Mondiale tedesco condiviso con Gigi Buffon, coetaneo e co-protagonista di una spedizione rimasta nel cuore di tutti noi.

Frank James Lampard Jr., 20 giugno 1978

Leale, onesto, mai sopra le righe. Dell'iconico maestro di calcio inglese, ancora oggi, viene ricordato prima l'uomo e poi lo straordinario calciatore quale è stato. I numeri parlano da soli: dal 2001 al 2014, col Chelsea, ha vinto tutto ciò che si poteva vincere. Ottenendo tra l'altro un record tanto prezioso quanto impensabile, considerato il profilo in questione: con 211 gol tra tutte le competizioni (di cui 141 in Premier, altro personalissimo primato) è tuttora il miglior marcatore nella storia del club londinese. Il tutto, da centrocampista.

Juan Román Riquelme, 24 giugno 1978

L'Eroe dei due Mondi del calcio moderno: ottimo (con rimpianti) nel Vecchio Continente, totem in patria. La sua carriera è un cerchio perfetto: gli esordi col Boca Juniors dove ha cominciato a disegnare calcio quando non aveva ancora 18 anni, poi la voglia di misurarsi con la Liga (Barcellona e Villarreal i suoi habitat), infine la scelta di tornare a casa per chiudere nella maniera più giusta e appagante possibile. Ha seminato tantissimo e forse raccolto meno di quanto avrebbe meritato: 5 campionati argentini, 3 Libertadores e 1 Recopa a fronte di un semplice Intertoto coi Sottomarini Gialli e un clamoroso "zero" in blaugrana. Restano impresse davanti agli occhi, tuttavia, le giocate tipiche degli eletti di questo meraviglioso sport.

Miroslav Josef Klose, 9 giugno 1978

Quando il 9 giugno del 2011 fu ufficializzato il suo sbarco alla Lazio, il pensiero ricorrente faceva riferimento a una voglia di "pensione", più che di mettersi in gioco e confermarsi come uno dei più prolifici bomber del XXI secolo. Oggi, a distanza sette anni e mezzo, ripensare alla parentesi italiana suona decisamente più come un privilegio per averlo potuto ammirare dal vivo nei nostri stadi. Con 64 gol in 171 apparizioni è diventato con Pandev il miglior marcatore straniero di sempre per i biancocelesti. 64, meglio persino di quanto riuscì a fare con Bayern Monaco, Werder Brema e Kaiserlautern, le altre tre tappe di livello scandite nel corso degli anni. Ma comunque meno dei 71 centri con la Germania: nessuno come lui. Con tanto di Mondiale 2014 in tasca.

Didier Yves Drogba Tébily, 11 marzo 1978

Vederlo all'opera era un'autentica delizia per gli occhi. Di esperienze ne ha fatte eccome, eppure la memoria riesce a ricordarne vividamente le prodezze solo quando col radar intercettiamo le frequenze a tinte blu. O meglio, Blues. Otto stagioni da favola, condite da trionfi (in primis, l'incredibile Champions del 2012 con finale da thriller e da protagonista assoluto contro il Bayern Monaco) e capacità realizzative (164 marcature in 381 presenze totali) da capogiro. Bomber principe anche con la Costa d'Avorio (65 reti, meglio di chiunque altro): sì, è lui la ciliegina sulla nostra Top 11 extra-lusso.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68... ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi. #LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.