Quella uruguaiana e quella francese sono due tradizioni calcistiche iniziate in parallelo. Quando in Sudamerica i celesti hanno consolidato il proprio nome per primi nella storia del futbol latinoamericano, i francesi provocavano i rivali inglesi facendo sì che dalle loro dispute politiche le federazioni dessero vita a nuovi tornei e a grandi manifestazioni internazionali.

L’Uruguay non è un bel ricordo nelle esperienze mondiali della Francia. Ai campionati del mondo i francesi hanno pareggiato due volte e perso una, nel 1966, per 2-1. Fu durante lo svolgimento della Coppa Rimet in Inghilterra, l’anno della fatale Corea per l’Italia, del più celebre goal fantasma della storia dei mondiali, che gli uruguaiani ebbero la meglio sui francesi, battuti dopo essere passati in vantaggio su calcio di rigore. Campionato mondiale con non poche polemiche e contraddizioni. Mondiale senza inni, tranne che per la gara inaugurale e per la finale, a causa della decisione del governo di evitare che l’esecuzione di quello della Corea del Nord, paese socialista e ritenuto nemico, potesse scatenare reazioni e incidenti diplomatici con la Corea del Sud. Mondiale, quello del ’66, boicottato da tre quarti di continente africano, a causa delle disposizioni della FIFA sui criteri di qualificazione e sulla distribuzione dei posti nella fase eliminatoria, rea, secondo i paesi africani, di aver penalizzato tre continenti per favorire quello europeo.

L’Uruguay di Sacia e Cortes, di Viera e Rocha in quel mondiale superò il girone insieme proprio agli inglesi. Una squadra di ottimi palleggiatori quella uruguaiana e, al tempo stesso, di calciatori potenti e dotati dal punto di vista atletico, ancora in grado di conservare le caratteristiche del grande Uruguay, quelle che oggi sembrano in dote alla nazionale di Tabarez.

A distanza di molti anni, la Francia ha avuto la possibilità della rivincita sia nel mondiale nippo-coreano del 2002 che in quello sudafricano del 2010. Entrambi i confronti (ai quali ha fatto seguito un’amichevole vinta dall’Uruguay per 1-0) però, si sono conclusi con lo stesso punteggio, uno 0-0 (nel 2002 la gara fu caratterizzata da un'epulsione di Henry) che in entrambe le occasioni ha confermato un equilibrio tattico che vede davanti due scuole tanto diverse quanto in grado di annullarsi. Nel 2002 Francia e Uruguay furono eliminate nel loro raggruppamento, a vantaggio delle sorprendenti qualificazioni di Danimarca e Senegal. Nel 2010, invece, L'Uruguay giunse fino alla semifinale, per poi essere eliminato dall'Olanda. Per la Francia ancora una volta un mondiale deludente, con l'eliminazione e l'ultimo posto patiti nel girone.  

Probabilmente, la stessa sfida che mette davanti Uruguay e Francia per l’accesso alle semifinali del mondiale russo, per certi versi ripropone la tradizione e suggerisce l’ipotesi secondo cui la gara potrebbe rivelarsi equilibrata e di difficile gestione da parte di entrambe le squadre. l’Uruguay è quello molto somigliante alla sua storia calcistica. Gli uomini di Tabarez, che probabilmente dovrà rinunciare a Cavani (infortunatosi durante la partita col Portogallo), giocano un calcio basato sia sull’aggressività difensiva che sulle qualità delle sue individualità. Movimenti rapidi, cambi di gioco, per una pratica a lunga gittata dello spostamento del pallone, consentita pure dalla velocità dei suoi interpreti. Oltre ai tre centrali di centrocampo, Vecino, Torreira, Bentancur, supportati dagli esterni Nandez e Laxalta, Tabarez potrebbe schierare Stuani dal primo minuto, qualora Cavani non dovesse farcela a recuperare.

La Francia, invece, potrà contare sul suo tridente d’attacco. Mbappè, Giroud, Griezmann sono ormai il riferimento collaudato di una manovra offensiva molto efficace. Nei quattro goal segnati all’Argentina nella gara degli ottavi di finale ci sono tutti gli elementi che caratterizzano il gioco francese. Velocità ed esecuzione tecnica di qualità contraddistinguono quella che è tra le squadre più tecniche di tutto il torneo. Dal punto di vista tattico, potrebbe risultare interessante il confronto tra la linea formata da Tolisso, Kantè, Pogba e quella dell’Uruguay, in cui l’azione di pressing di calciatori come Torreira e Vecino dovrebbe mettere a dura prova il comportamento tattico dei centrocampisti transalpini.

Uruguay-Francia è un quarto di finale che ha già il sapore della sfida tra squadre candidate ad arrivare fino in fondo. Non è una partita tra compagini sorpresa, ma una gara che rappresenta una prova notevole per i sudamericani e una possibilità di sfatare un vecchio tabù per i francesi.