“Uagliù eggia purtat o sal!!!”

Sembra l’inizio di una barzelletta o di una commedia satirica, un’esclamazione proveniente da un attore, scritta su un copione. La smentita arriva immediata, non è presente nessun palco, non vi è traccia di una platea, difatti le urla bestiali provengono da un uomo appollaiato lì, sulla soglia della porta della sede dell’asta, dove urlante e gesticolante, indica, in maniera quasi ossessiva, un piccolo bicchiere di plastica, recipiente del così tanto prezioso composto chimico.
Francesco si presenta così, fiducioso che il suo sortilegio funzioni questa volta, che la sfortuna lo abbandoni e che, come ovviamente accadrà, possa essere proclamato vincitore indiscusso.

Il Fantacalcio è un argomento serio ragazzi, non una bazzecola. Ci si prepara per mesi, ore e ore a scrivere, accartocciare, riscrivere e rigettare nell’immondizia una lista di nomi che non convinceva poi così tanto. Ogni secondo della giornata è scandito dalle notifiche, molto seccanti aggiungerei, dalla incalcolabile quantità applicazioni che tutti noi abbiamo scaricato sul nostro Smartphone, e non dite il contrario perché state mentendo.

“Che se fatt chist?”
“Aeee, sicuro l’hanno già venduto!”

Potrei imbrattare il foglio con tutte queste colorite affermazioni, ma è più opportuno proseguire con il racconto della serata.
I partecipanti si riuniscono, vorrei elencarveli in modo che ognuno di loro abbia la considerazione che si merita.

  • Pasquale, il padron.
  • Mauro, il giusto.
  • Andrea, o ‘mbocaputtan.
  • Dario Leo, ex socio.
  • Flaviano, La Bottega dello Studente.
  • Carlo, Carletto.
  • Danilo, ho avuto difficoltà a scriverlo, Micione.
  • Francesco, “Ho portato il sale”.


La compagnia è supportata da alcune Guest Star di fama, azzarderei, quasi hollywoodiana.

  • Michele, “Non compro nessun del Milan”.
  • Domenico, “Come si scrive Saelemaekers”
  • E infine, Alessandro, il Cugino.

Dopo un’abbuffata in pieno stile agreste, con macchie di olio un po' ovunque, e un qualche “Accort a tend” proveniente da un irato Padron, la guerra ha finalmente inizio.
Tra scaramucce d’asta, consigli sibilati sotto traccia, conteggi un po' troppo frettolosi o decisamente troppo lenti, l’asta procede.
Le compagini si dividono, c’è odio, astio. Il povero Domenico, promosso segretario ad interim, mostra i primi segni di cedimento, scontrandosi con cognomi di giocatori sempre più complessi da dover trascrivere.
Le birre finiscono, la tensione cresce.
“Immobile”, Dario batte il colpo. Baldanzoso, è pronto per affrontare l’annata in simbiosi con la sua amata Salernitana. Aggiungo, non ho per niente partecipato a qualsiasi asta che lo coinvolgesse, Sporco.
Mauro, colonia Inter, la fede non si rinnega. “Spiaze” ha colpito ancora una volta. I due arieti, o meglio i due tori lì davanti spaventano, e non poco.
Carletto, “Tanto Muriel s’arrpij”. Cattivo come pochi, in canotta è da ergastolo. Vlahovi? tradirà le aspettative? Ciccio Landi, capitan Insigne è presente nella sua scuderia. Ancora si interroga sul perché abbia preso Dzeko, pavoneggiandosene addirittura.
Il duo Padron-Igli Capozzolo, costruisce una signora squadra, con un’abbondanza cromatica che verte sul bianco celeste. Napoli e Lazio sono avvertite. Michele, come sempre, prova ad evitare giocatori rossoneri, ma anche questa volta, qualche pesciolino è caduto nella rete.
Andrea, dopo una difesa da capogiro, Gosens e Theo sono stati avvistati nei pressi della sua nuova dimora agropolese, entra in uno stato quasi di estasi mistica, acquistando metà squadra del Milan e soffiando a Flaviano il suo diamante più splendente.
La strana coppia, Micione il professore e Mimmo il segretario, compongono una squadra eterogenea, solida in qualsiasi reparto, mostrando alchimia e giudizio, anche se il povero Mimmo, privato del sogno bosniaco, piange ancora in un angolino…i passeri ancora non possono volare lontani dal loro nido.

Infine, io, il narratore, beh che dire, “teng na bella squadr e m**d!”.

Vi voglio bene.
Dal profondo del cuore

Flaviano