Questo è il racconto di una vittoria che definirei, usando un eufemismo, del tutto impronosticabile.

Il quadro della situazione è il seguente: fantacalcio Mantra con 10 squadre partecipanti, il cui nome della lega (fantaduri) fa già intuire quanto la competizione sia sentita. Io ed il mio socio Antonio siamo entrati in questa lega la scorsa stagione in punta di piedi visto che è consolidata da svariati anni e formata da persone la cui conoscenza è praticamente decennale. L’impatto con il Mantra per me ed il mio socio non fu dei migliori: l’anno scorso, infatti, chiudemmo con un misero settimo posto senza avere mai la possibilità di lottare per il podio, oltre a collezionare un’eliminazione senza appello nel girone di coppa.

Nell’asta estiva per questa stagione, ci sentiamo leggermente più a nostro agio con le “dinamiche” di composizione della rosa e decidiamo di utilizzare una strategia ben precisa: rosa composta da uomini funzionali ad un’idea di tridente, specificatamente settata sul 4-3-3. Per il ruolo di “puntero” decidiamo di puntare forte su Dzeko (piace ad entrambi il gioco di Di Francesco), mentre per le A scegliamo il duo composto dal Papu Gomez e da Callejon (Dybala e Insigne, nostre prime scelte, vanno via a costi inarrivabili). Se in coppia i due dovessero fare i due/terzi dei gol fatti la scorsa stagione, ci diciamo, siamo a cavallo (prospettiva poi decisamente sovvertita dalla dura realtà…).

In porta, un po’ a sorpresa, ci ritroviamo un mostro: Alisson Becker. Un fenomeno. Le incognite, però, sono varie, sia in difesa che a centrocampo: per il reparto arretrato decidiamo volutamente di non affrontare spese folli e riusciamo ad accaparrarci, fra i “big”, Albiol, Hysaj e Romagnoli (a cui si aggiunge il “pacco” Dalbert), accompagnati da vari onesti gregari, fra i quali spiccherà il tuttofare Romulo (preso a due spiccioli e importantissimo per la nostra stagione). I veri problemi, però, nascono nel mezzo: sbagliamo asta e, al fianco della top M Khedira, non piazziamo alcun colpo di rilievo ritrovandoci con solo mediani. Oltre al tedesco della Juventus, infatti, la nostra batteria di centrocampisti è composta dai soli Lucas Leiva, Miguel Veloso e Barberis: se non è un disastro, poco ci manca.

Decidiamo di provare a correre ai ripari praticamente da subito: dopo una giornata cediamo Destro (con Gomez-Dzeko-Callejon non avrebbe mai visto il campo) in cambio di Barreto e crediti mentre dopo la seconda sacrifichiamo Albiol per il “pata” Castro. Pochino ma almeno rimpolpiamo il reparto. I bonus dei centrocampisti però, come ampiamente ipotizzato, arrivano col contagocce e fino al mercato di febbraio la situazione è drammatica: dopo 22 giornate siamo terzultimi a quota 24 punti con i primi che viaggiano a 38 punti e seconda e terza con, rispettivamente, 35 e 32. Pensare di raggiungere il podio, distante 8 lunghezze, non è utopia ma, visto il nostro andamento, ci danno già tutti (noi compresi) fuori dai giochi. Questo nonostante la concorrenza non sia devastante: ad eccezione di quella che è la favorita per plebiscito (che chiuderà seconda con un’ossatura di assoluto prim’ordine composta da De Vrij, Skriniar, Milinkovic-Savic, Pjanic, Iago Falque, Quagliarella e Simeone, a cui si aggiungerà Rafinha a febbraio), ci sono 2/3 squadre anche meno attrezzate della nostra ed altre equilibrate ma non trascendentali (anche se sembrano potersi giocare le loro chances più di noi).

Il colpo di grazia decisivo sembra arrivare dal mercato invernale: di migliorare il reparto offensivo non se ne parla visto che, comunque, il nostro tridente sulla carta era fra i migliori della lega (e gli svincolati sono, praticamente, i soli Diabatè e Simy) ma, soprattutto, per il centrocampo, nostro tallone d’Achille, la concorrenza è agguerrita. Le due pedine più ambite sono Barak e Dzemaili: siamo i secondi più “ricchi” del field e scegliamo lo svizzero, autore di un gol alla prima al ritorno a Bologna. Se il buongiorno si vede dal mattino, ci diciamo, forse abbiamo valorizzato un po’ il reparto: ancora una volta, però, aspettative disattese e il buon Blerim si rivela un flop. Spendendo gran parte del tesoretto per Dzemaili, possiamo solo ritoccare la rosa con acquisti non di prim’ordine, molti dei quali utili per “allungare” la panchina. Ma l’ultimo di questi si rivelerà un disastro: decidiamo di prendere Bertolacci per avere qualche alternativa in più per il reparto nevralgico. A lasciargli spazio nella nostra rosa deve essere necessariamente uno fra Defrel e Cengiz Under: il turco è stata una mia scommessa ad agosto (preso solo a 2 crediti) perché, dico, ha mezzi tecnici importanti. I primi sei mesi alla Roma sono, però, impalpabili: poche presenze e nessun bonus, nemmeno un assist. Io e il socio siamo combattuti e, alla fine, ci convinciamo che Defrel dovrebbe essere il sostituto di Dzeko in caso di assenza del bosniaco. Il francese, quindi, sembra possa esserci più utile e così scarichiamo il buon Cengiz (che non comprerà nessuno). Quello che succede dopo è clamoroso: fra febbraio e marzo il turco trascina la Roma segnando in totale 7 gol in campionato nelle 14 giornate successive alla ventiduesima. Rimpianti a go-go e definitiva convinzione che il nostro fanta sia senza senso già ad inizio marzo.

Alla 23ma e alla 24ma giornata arrivano due vittorie, entrambe per 2-0 (la seconda anche grazie all’unico gol di Barreto in campionato e, per di più, siglato nello scontro diretto contro la squadra che ce lo aveva ceduto per Destro). La nostra convinzione, però, resta la stessa: abbiamo battuto la penultima e la quart’ultima ma lottare per il podio è un’altra storia. Vinciamo la terza partita consecutiva alla 25ma (1-0 senza +3 e con il nostro avversario che, nonostante le marcature di Allan e Pulgar, non raggiunge i 66 perché gioca in 10) prima di cadere 1-2 contro la corazzata dei Goblin che risponde con la doppietta di Milinkovic-Savic e il sigillo di Skriniar al gol del nostro Callejon. Lo avevamo detto: lottare per il podio è impensabile. Invece, succede l’imponderabile: le altre battagliano alternandosi a vicenda nei primi 4 posti e noi non perdiamo più una partita: dalla 27ma alla 31ma le vinciamo tutte, alcune in modo piuttosto rocambolesco (alla 28ma decisivo l’assist di Verde schierato al posto dell’assente Dzeko, alla 29ma decisivo il gol di Leiva, alla 31ma il gol del nostro 2-1 è ad opera di Cionek, mio pupillo acquistato ad 1 credito a febbraio) e dalla 32ma alla 34ma otteniamo tre pareggi su tre.

A due giornate dalla fine siamo incredibilmente secondi a 4 punti dalla prima (la strafavorita Goblin), con 3a e 4a staccate da noi solo di 1 e 2 punti.

Alla 35ma giornata il calendario ci vede nuovamente opposti alla capolista e siamo pronti a fare gli scongiuri affinché le inseguitrici stecchino. Ma, ancora una volta, l’epilogo è sorprendente: affondiamo la prima della classe 3-1 (doppio Dzeko, Valoti, Felipe e Alisson che para un rigore). Dietro di noi, la quarta continua la sua corsa ma la terza perde e a soli novanta minuti dalla fine dei giochi siamo ad un solo punto dal primo posto, a +2 sulla terza e a +4 dalla quarta: siamo matematicamente almeno terzi….

Un risultato impensabile fino a fine febbraio, con me ed il mio socio in brodo di giuggiole.

La nostra buona stella, però, non sembra aver voglia di smettere di brillare e per l’ultima giornata ci propone un’altra circostanza favorevole: la prima e la terza chiuderanno il loro campionato trovandosi una di fronte all’altra. Se la terza non fa bottino pieno (o se noi vinciamo la nostra partita) siamo matematicamente almeno secondi. Noi giochiamo contro la sesta in classifica, ampiamente fuori dai giochi ma con uno spauracchio: Icardi. Il weekend inizia bene per noi perché Khedira nell’anticipo di sabato sera sigla una delle reti che aiutano la Juventus a battere il Bologna. Ma domenica alle 12.30 c’è l’Inter che fa visita alla “banda del buco” dell’Udinese: Icardi timbra il prevedibile +3 ma Fofana (del nostro avversario) si fa cacciare annullando, di fatto, il gol di Maurito. Si arriva alle partite delle 15: il nostro avversario ha Caicedo, che fa perfettamente il vice-Immobile riportando in parità le sorti del match visto che per noi solo Callejon porta bonus con un assist. Ma prima della fine, il Genoa crolla contro la Fiorentina e il suo Perin subisce tre reti. Il nostro avversario, quindi, si assesta di poco sopra i 66 con nessuno dei suoi giocatori impegnato nei posticipi. Noi, invece, attendendo Alisson e Dzeko impegnati nel serale, abbiamo quasi certamente superato i 72 (salvo due o più gol subiti dal portiere brasiliano o un rigore sbagliato dal bomber bosniaco). Convinti (o quasi) della nostra vittoria, andiamo a sbirciare la situazione del match fra prima e terza: chi ci insegue ha il gol di Cutrone e i 4 assist portati in dote da Douglas Costa e Brozovic mentre la capolista ha le reti di Rafinha e Birsa e l’assist di Simeone. Prima dei posticipi, se non ci sono scossoni, è 2-2. Se finisse così, saremmo clamorosamente ad un passo dalla vittoria del campionato e una prestazione sottotono della Samp col Sassuolo certifica, oltre al 5 di Quagliarella posseduto dalla prima della classe, anche il 2-2 finale. Siamo padroni del nostro destino: se Alisson e Dzeko collezionano in due 11 punti, coroniamo una rimonta ai limiti dell’incredibile.

La Roma va a Cagliari: segna quasi subito Under ma l’assist è del nostro Edin. Alisson blinda la sua porta e, incredibilmente, siamo campioni della Lega!!!!

Una roba impensabile, frutto di 10 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta nelle ultime 14 partite: una sfangata memorabile!!!!!! E per i nostri “compagni” di lega fiumi di Maalox….

P.S. La nostra stagione potrebbe avere ancora un’altra, folle, appendice: potremmo anche centrare il “double” visto che alla 38ma di serie A disputeremo la finale di coppa….

Francesco - La mia Lega Fantagazzetta

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