Era la fine del 1994. Avevo diciotto anni. Guardavamo al cinema Forrest Gump e Pulp Fiction, le radio trasmettevano Zombie dei Cranberries e Missing degli Everything But The Girl. 

Pochi mesi prima la Nazionale Italiana aveva perso ai rigori la finale del mondiale in Usa. Nelle strade della mia Napoli riecheggiavano ancora le imprese di Maradona, e gli scudetti che sembravano riscattare decenni di frustrazione. Avevo diciotto anni, ed era il mio primo fantacalcio. La domenica ci scambiavamo le formazioni dettandole al telefono fisso, con i numeri a cremagliera. Il lunedì ci ritrovavamo sugli scalini dell’università con il giornale sportivo, per copiare a mano sul quaderno i voti in pagella, e sommare o sottrarre goal e ammonizioni. Un quaderno che conservo ancora, rispolverato pochi giorni fa, andando a spulciare la mia rosa di allora. In attacco avevo gente come Boksic, Maniero, Protti. E un certo Gabriel Omar Batistuta, che entrò nella storia segnando per undici partite di fila. Eppure quell’anno non riuscii a vincere. Anzi, non salii nemmeno sul podio. La squadra che primeggiò in quella stagione schierava nomi come Roberto Baggio, Del Vecchio, Zola, Balbo, Rui Costa, Rizzitelli. Quanta nostalgia.

Oggi ho più di quarant’anni, due figli, non vivo più a Napoli. Ma continuo a giocare al fantacalcio. La lega Fantapaschi vanta ormai undici anni di attività ininterrotta. Quest’anno, sfumato l’acquisto dei principali top players, ho preferito puntare su un attaccante non più giovanissimo, napoletano come me, con il numero 27 sulla maglia. A un certo punto ha cominciato a segnare, e non si è più fermato. Undici partite di fila, come il Batigol di venticinque anni prima. Ed oggi, come allora, +3 a raffica sul mio taccuino. Poco importa se contro il suo, il nostro Napoli, non ha avuto la possibilità di superare quel record. Batistuta e Quagliarella affiancati, nella storia del calcio italiano, nei miei quaderni di appunti. Uniti da un quarto di secolo di fantacalcio. Che anno era? Il 1994, porca miseria. Avevo diciotto anni, un quaderno, una penna. E Batigol in attacco.

Giuseppe - La mia Lega Fantagazzetta

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