Per quanto ci si possa impegnare e riflettere su ogni possibile risvolto futuro, è quasi matematicamente impossibile che a gennaio nessuno ci lasci, o cambi maglia. Anche quello che pensi il miglior acquisto può prendere una piega negativa nella sua stagione (vedi Borriello), e lasciarti a piedi. Figurativamente, certo, ma anche nel vero senso della parola. E gennaio è un mercato che il fantallenatore vive come il classico campo minato.

NON SOLO GIOIE - Sì, perché a gennaio un giocatore preso a 1 può cambiare squadra e rinascere (Giaccherini), o andare in una squadra minore e diventare titolare fisso (Kurtic), ma può anche, da un giorno all'altro, farti trovare la valigia sul letto, pronto ad andarsene. Diciamoci la verità, nella maggior parte dei casi è un bene, e lo vedremo nei casi che analizzeremo, ma alla fine resta sempre una cicatrice, emblema di un fallimento in sede d'asta.

UN CUORE PAZZO - E l'addio più doloroso, per molti fantallenatori, della finestra di gennaio non può che essere Giampaolo Pazzini. In un mercato privo di veri colpi, in cui il massimo dell'emozione ce l'ha dato lo scambio Babacar-Falcinelli (che proprio in virtù del ragionamento di prima, ha esaltato i possessori del primo e demoralizzati i fantallenatori del secondo), l'addio del Pazzo non è semplice da digerire. "In provincia è uno che fa sempre gol", "il fiuto del gol non si perde mai", "se non segna lui al Verona, chi altro?"; quante volte avete sentito queste frasi? Molte e, a essere onesti, c'era da crederci. Ma quell'esultanza classica l'abbiamo vista poche volte (solo 4, sempre su rigore); la forma fisica precaria, il rapporto non idilliaco con Pecchia. Tante motivazioni che hanno portato il bomber gialloblu a partire verso la Spagna, direzione Levante. Con tanti saluti a chi ha investito forte su di lui. Da Verona se n'è andato anche Bruno Zuculini, che ha lasciato in ricordo un paio di gol pesanti ma soprattutto tanti malus.

Giampaolo Pazzini esulta con la maglia dell'Hellas Verona (getty)

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INVESTIMENTO A VUOTO - Ha di che rammaricarsi l'Inter per aver visto sfumare l'alto investimento sul portoghese Joao Mario, ma anche ai fantallenatori pazzi di lui non è andata così bene. Lampi di grandissimo calcio, dispensati sempre più a sprazzi. La concorrenza che non lo ha stimolato mai davvero a fondo, e quella pigrizia che lo ha attanagliato. Il portoghese è però giocatore dalla sicura qualità e lo hanno visto subito al West Ham, dove nella gara di esordio si è preso il titolo di MVP. Un titolo bagnato dalle lacrime di chi in estate ha speso cifre da capogiro per la stagione del riscatto. E invece ora lui se la vive in mezzo alle Blowing Bubbles immancabili dell'Olympic Stadium.

Joao Mario all'ingresso in campo nella sua prima gara con la maglia del West Ham (getty)

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PARABOLE DISCENDENTI - Quella maledetta valigia l'hanno presa in tanti. E se sei fantallenatore verace, poi, alla fine, conta poco se hai investito 1 o 100, l'amaro in bocca ti resterà sempre. Se ne va Carlos Sanchez (anche lui in Spagna) dopo essersi visto passare davanti nelle gerarchie di Pioli molti giocatori. Un addio che poteva essere anche preventivato visto il minutaggio. Se ne vanno due elementi non da poco del Bologna. Mimmo Maietta lascia per cimentarsi con la B, a Empoli; Okwonkwo, nonostante le ottime prestazioni, si vede chiuso da Orsolini e va a Brescia (e il suo addio fa felici forse solo i telecronisti della serie A). Due giocatori non da primi slot della rosa, ma che provoca fastidio perdere così per strada, su due piedi.

Carlos Sanchez contrasta un tiro di Dennis Praet (getty)

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INFORTUNIO...E POI? - Questa è la categoria, se vogliamo, tra le più subdole. A lungo ai box, quasi li dimentichi, ma tu sei ostinato, ci credi, perché sono potenziali fenomeni. Poi? Guariscono e dicono ciao. Rientrano in questa categoria dei rimpianti al fantacalcio del mese di gennaio due giovani di prospettiva assoluta come Pjaca ed Emerson Palmieri. Il croato si è distinto per delle bellissime prestazioni (sì, ma nel campionato Primavera)  e l'italo-brasiliano per la permanenza prolungata in infermeria. Ma, alla fine, che fai, un credito su di loro non lo butti in attesa del rientro e dello spazio che troveranno, visti anche i calendari europei? Certo. Perché vuoi mettere poi il gusto di sbattere in faccia la tua scelta vincente agli amici? Certo, ma non è questo il caso. Uno allo Schalke e l'altro al Chelsea, addio Italia e addio sogni di gloria.

GLI ALTRI - Non dimentichiamo addii pesanti come quello di Taider, trasferitosi oltreoceano (percorso inverso di Dzemaili), e di Boye, andato via dall'Italia alla fine di un tira e molla (gioca, non gioca, gioca di più se va via Ljajic, Ljajic rimane, lui va al Verona, va all'estero), senza poter regalare qualche bonus che ha assolutamente nelle corde. Poi, alla fine di questa piramide, c'è chi ci ha salutato senza nemmeno provarci più di tanto: Di Chiara, schiacciato dal peso della serie A, torna in B, al Carpi; Frey, chiuso dalla concorrenza al Chievo, sceglie il Venezia di Pippo Inzaghi; Centurion, che si conferma una "testa calda" e torna nel suo paese; Moreno, da difensore top player alla Roma a oggetto più che misterioso; Cremonesi, il cui unico ricordo che lascerà in A per ora è un'autorete; Bajic, ritornato in Turchia per cercare di completare il suo processo di maturazione. Sono loro i capofila di una lista lunga di giocatori che hanno cercato una svolta alla loro carriera. E per farlo hanno salutato i loro fantallenatori, ma si sa, lo abbiamo detto, non può esserci una rosa talmente perfetta che a gennaio ci lasci tranquilli, senza cicatrici sul cuore per qualche scommessa persa.