Arrigo Sacchi a 360 gradi. L'ex tecnico del Milan e della Nazionale ha concesso una lunga intervista alla "Gazzetta dello Sport". Ripercorriamo insieme i passaggi principali.

Sul calcio di oggi

"Con 27 anni di stress mi sono pagato la serenità assoluta oggi. Loro sono bravissimi, io non provo nessun fastidio. Ho solo un paio di dubbi. Dicono che mettono al centro il giocatore. Ma se lo mettono in campo così com’è, non gli vogliono poi tanto bene. Io cercavo di migliorare il giocatore attraverso il gioco. Forse gli volevo più bene io. Ma se contano solo i giocatori, perché certi allenatori guadagnano così tanto?".

Su Berlusconi

"Se ci sentiamo? Ogni tanto. Una delle ultime volte mi ha detto: 'Arrigo, venga a fare il direttore tecnico al Monza. Le do una villa e un maggiordomo...'. No, grazie, presidente: è tardi. Sono contento che stia meglio".

Sul ritorno al Milan

"Pensavano di curare un male grave con l'aspirina. Mancava il gruppo, lo spirito di squadra e perciò mancava tutto. Sbagliai anch'io. Avrei dovuto fare come a Parma nel 2001, ritrovare gli uomini prima dei giocatori. Al primo giorno dissi: 'Oggi niente allenamento. Sedetevi sul prato e ognuno mi spieghi perché tanti bravi giocatori faticano a vincere'. Parlarono tutti. Thuram, Cannavaro, Buffon...Pareggio a San Siro con l'Inter, pareggio col Lecce su errore di Buffon che venne a chiedermi scusa. Alla terza, vittoria a Verona. Ma lì mi spaventai: non provai la minima gioia. Come bere un bicchiere d'acqua. Ero vuoto, ero arrivato. Telefonai a mia moglie: 'Torno a casa, smetto'".

Su Guardiola, Pioli e Gasperini

"Il Bayern gioca bene, anche il Manchester City da quando ha ripreso a pressare. Guardiola mi chiamò a novembre, nel momento più critico. Glielo dissi: 'Non pressi più'. Pep migliora i campionati in cui gioca, perché trasmette conoscenze e coraggio. Come faceva il mio Milan. Infatti in quegli anni vincevano in Europa anche le altre italiane. Negli ultimi 10 anni non ha vinto nessuno, Atalanta e Milan sono le squadre che giocano meglio. Ammiravo già Pioli, ma non aveva mai trasmesso un'identità così forte a una sua squadra. Lo Spezia, con l'Atalanta, fa il pressing più sistematico. Nessuno ha 11 uomini sempre attivi come Gasperini". 

Sacchi (Getty)