L’allenatore del Frosinone, Eusebio Di Francesco, ha raccontato la sua rinascita in una lettera pubblicata da Cronache di spogliatoio. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore canarino:

Di Francesco su Cagliari-Frosinone

"Cagliari-Frosinone, vincevamo 0-3 a 20 minuti dalla fine. Abbiamo perso 4-3. Che batosta! Anni fa sarei stato un fiume in piena. Ma non sarebbe stato giusto. Sono rientrato negli spogliatoi, ho contato fino a 10 e ho detto poco o niente. Sono rimasto zitto per un giorno e mezzo e i ragazzi hanno subito quel mio silenzio più di tante parole. Poi ci siamo parlati e due giorni dopo abbiamo passato il turno in Coppa Italia. Un ragionamento costruttivo per ciò che sto vedendo ancora adesso. Psicologicamente potevamo restare scioccati. Un tempo sarei stato più crudo e diretto. Adesso so riconoscere quando dall’altra parte non c’è cattiveria o malizia, ma ragazzi giovani che passano attraverso la crescita. Cerco di guardare dentro me stesso prima di puntare il dito. A volte mi hanno detto che sono permaloso. Tutti lo siamo, dipende dove ci toccano. Se ti fanno una battuta su qualcosa per cui hai lottato tutta la vita, è difficile rimanere indifferenti".

Di Francesco sulle critiche ricevute

"Ho avuto paura di tutte le critiche che mi sono piovute addosso? No, paura ce l’ho soltanto della barriera del Telepass. Una volta ero sulla Porsche di un mio compagno ai tempi della Roma, ci avviciniamo al casello e lui andava a tutta velocità. Ci schiantammo contro la sbarra e finimmo sotto. Da quel giorno, ogni volta che sono seduto sul sedile del passeggero, mi abbasso in prossimità del casello. Ho pensato di tutto, anche di lasciare il calcio. Anche perché il mestiere dell’allenatore non mi è arrivato innato, qualche anno fa. È stata una scelta frutto del percorso. Ho fatto il team manager, ma non era il mio. Ho fatto il consulente di mercato, ma neanche quella era la strada che volevo percorrere. Ho fatto il responsabile di un settore giovanile, e quello è il lavoro di cui sono rimasto innamorato: entravo alle 8 in ufficio e uscivo alle 22, ogni giorno ci mettevo passione e piacere. Ancora oggi, quell’aspetto mi attrae e credo sia alla base di ogni società".

Di Francesco e le qualità del Frosinone

"Contro l’Empoli sono stato fiero della mia squadra. Mi mancava questa sensazione. Hanno giocato il secondo tempo divertendosi, con la voglia di fare la partita. Lo vedevi a occhio nudo che volevano giocare. Ricordo ancora la cena con il direttore Angelozzi e il presidente Stirpe. Il ds mi aveva già scelto, ma il presidente voleva conoscermi. Quando sono andato in bagno, si sono dati un cenno d’intesa".

Di Francesco e il rapporto con Berardi

"Come Berardi, in tanti mi hanno visto debole. Ciò che io posso dire di lui, è che è un grande lavoratore. Un professionista esemplare. Ho sentito parlare di lui come un problema per un allenatore: in realtà, è solo e soltanto una risorsa. Non ha vizi, pensa solo alla famiglia. È un ragazzo chiuso, ma se gli entri dentro ti dà l’anima".