Il Napoli si coccola un gioiellino. Oltre a Kvrataskhelia, il patrimonio del club di De Laurentiis è decisamente vasto. Giacomo Raspadori, ex attaccante del Sassuolo, è giunto in azzurro questa estate dopo una lunga trattativa. Integratosi alla grande nello scacchiere di Luciano Spalletti, il giocatore ha svelato alcuni retroscena sulla trattativa che l'ha portato in azzurro durante un'intervista al Corriere dello Sport.

Napoli, intervista a Giacomo Raspadori

"Venire a Napoli è stata una mia scelta precisa, sollecitato da ciò che mi dicevano Giuntoli e Spalletti: se mi passa la battuta, mi misero in mezzo, ero felicemente frastornato dalle loro parole, coglievo la fiducia. Non potevo sbagliarmi, non mi sono sbagliato. E adesso sono al Napoli".

Sulla Nazionale

"Euro 2020? Qualcosa di inimmaginabile. La forza di un gruppo fantastico, come questo del Napoli. Una sintonia che ha rappresentato la forza e un ct, Mancini, che ha saputo osare. La ferita del Mondiale è ancora aperta, non si è rimarginata, anche se adesso è tutto finito. Ma durante questo mese, mentre vedevo le partite degli altri, la sofferenza l’avvertivo".

Sul ruolo

"Prima punta, esterno, sottopunta e ora anche mezzala alla Griezmann: cosa preferisco? Nasco centravanti ma mi sta bene essere coinvolto, ritrovarmi dentro al campo, quindi mi vedo anche alle spalle di un attaccante. Ma l’evoluzione del calcio è secca, repentina, io sto qua per imparare e ne ho voglia".

Sullo scudetto

"Sarei un bugiardo se fingessi distacco. Ma non è un’ossessione. È l’obiettivo per il quale lavoriamo, ma senza stress. Però ci credo: per conquistarlo servirà l’impegno di questi tre mesi e la capacità di dimostrare che l’abbiamo meritato. Le qualità del Napoli, finora, sono emerse".