Al St. Regis di Roma, oggi alle 13, potrà essere compiuto un altro passo decisivo verso una nuova struttura della Serie A. Un passo avanti, che guarda al futuro. Le società saranno chiamate al voto sull’accettazione dell’offerta finale presentata dal fondo: 1,7 miliardi di euro per il 10% di quote della A. Con 14 sì, due terzi dei votanti, la principale questione economica sarà risolta: l’offerta vincolante sarà definitivamente accolta. In un secondo momento si passerà alle firme sui contratti e i club potranno occuparsi della struttura finanziaria dettagliata dell’operazione. Intanto serve il via libera che di fatto chiuda la fase di negoziazione che ormai dura da mesi.

Diritti Serie A: la situazione

La Serie A si ritrova al solito bivio: accogliere la proposta dei fondi fatta giungere sul tavolo dei club dal presidente di Lega Paolo Dal Pino vuol dire aprirsi a un business che prevede nuovi sistemi di promozione e sponsorizzazione del nostro campionato, con una visione planetaria di sviluppo del brand Serie A. Al primo punto del programma resta la vendita dei diritti televisivi (con la precedente costituzione di una media company Lega, che produca e distribuisca i propri contenuti): i fondi aiuterebbero nella cessione a una pluralità di piattaforme. E’ questo il canale principale attraverso cui realizzare l’obiettivo dei private equity, accrescere il valore del campionato. Nell’immediato i fondi potranno invece sostenere le società con una consistente disponibilità finanziaria, fattore che in una fase delicata come quella attuale risulterebbe determinante.

Cessione quote Serie A: ecco i contrari

Una salvezza per i conti dei club, su cui gravano perdite milionarie conseguenti alla crisi sanitaria. Il voto delle venti di A andrà di nuovo in questa direzione: se i due terzi si esprimeranno a favore, il progetto proseguirà verso un nuovo step e una governance rinnovata. In caso contrario verrà perso altro tempo. Con risvolti che potrebbero rivelarsi rovinosi. Tra gli scettici il leader è Claudio Lotito, presidente della Lazio, impegnato nella ricerca di consensi, magari tra le neopromosse, per bloccare il percorso dell’accordo. L’Atalanta, in precedenza indicata tra i club diffidenti non si oppone ma vuole valutare attentamente la portata dell’eventuale accordo.

(Getty Images)