Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato a Sky Sport a margine della gara di Champions sul campo del Manchester City.

Sul debutto

"È la prima nostra volta in questa Champions, andiamoci cauti e giochiamocela con grande sentimento e ardore. Speriamo che succeda quel che ci auguriamo, però non disperiamoci se dovesse accadere qualcosa di  inaspettatamente non positivo. Nella vita bisogna sempre sperare, sperare e sperare. E questa volta la Champions anche più lunga del passato, per cui ne vedremo di partite. La squadra è appena all'inizio, io confido molto nella capacità di Antonio Conte e di tutti i nove acquisti che abbiamo fatto e con cui abbiamo integrato la potenzialità di questa squadra".

Su Conte

"Antonio ha assorbito, rispetto alle precedenti sue esperienze, l'amore e la passionalità che corre per tutte le vie di Napoli e nei dintorni di Napoli. Così come Napoli nel Settecento era la vera capitale europea da tutti i punti di vista, oggi, dal mio punto di vista, io che ho casa a Los Angeles e ho casa a Roma quando sto a Napoli mi sento un'altra persona. Cioè apro gli occhi, mi guardo in giro, guardo Capri davanti, Sorrento a sinistra, Ischia a destra, se faccio un passo in là  vado a Ercolano, a Pompei, ho tutta la costiera amalfitana e chi più ne ha più ne metta. Adesso io non voglio fare la pubblicità a quella che secondo me è la città più sensazionale che abbiamo in Italia, però io credo che ad Antonio Conte questo abbia fatto un grande effetto.

Lui ha meritato il successo perché ha saputo rimescolare le carte con tutti gli incidenti che abbiamo avuto. Può darsi che dentro di sé si sia inquietato per la mia cessione di Kvara, ma io non potevo rischiare l'articolo 17, non volevo dare questa soddisfazione al giocatore al suo papà e al suo agente, quindi a un certo punto a gennaio abbiamo dovuto assolutamente cederlo. E comunque devo dire che san Gennaro ci ha messo del suo e alla fine con Conte e con questi straordinari ragazzi abbiamo portato a casa la vittoria".

Sul calcio di oggi

"Stasera il calcio veramente potente è quello inglese insieme al calcio saudita. Tutto il resto del mondo sta un pochettino in crisi e sta pagando lo scotto di un'incapacità di fare sì che gli stati virtuali portino a casa quei risultati economici si possono far crescere il calcio in Francia, in Italia, in Germania, in Spagna. In Inghilterra sono stadi straordinari anche nel poter decidere che la prima squadra promossa dalla loro seconda divisione prende come nimono 100 milioni di diritti televisivi. Se questo noi lo mutuassimo negli altri Stati europei investimenti sarebbero ben diversi, per cui il problema ritorna sempre lì"