Nico Zaniolo, centrocampista dell'Udinese, ha parlato della sua stagione nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport.
Intervista a Zaniolo
Passa, ne sono state dette tante?
«Lo capisco, non avevo neppure vent’anni e sono stato catapultato dentro qualcosa più grande di me. Non era facile reggere le pressioni, ma in fondo se gli errori commessi mi hanno portato a essere la persona che sono oggi, non ho rimpianti, va bene così».
Udine è finalmente la piazza giusta?
«Sto molto bene, abbiamo trovato subito una stabilità con la mia compagna e mio figlio. Viviamo vicino al centro, è tutto molto piccolo e comodo e quindi sono felice».
Nazionale?
«Sì e ho tifato come qualsiasi italiano. Anche se è chiaro che la Nazionale è il sogno di ogni giocatore e quindi anche il mio. Mi ha fatto piacere che abbiano vinto e speriamo che raggiungano il Mondiale».
Con lei dentro?
«La priorità è che l’Italia ci vada, io spero di meritare la convocazione».
Gattuso l’ha chiamata?
«Non l’ho sentito, ma ho letto e ascoltato le sue parole. Quando parla di porte aperte a tutti mi fa piacere, sono contento, se uno lo merita sul campo è giusto che vada in Nazionale. È il livello massimo a cui ambire».
Per riconquistare il posto cosa deve fare?
«Qui c’è tutto per fare bene, la società ti dimostra che è con te e ti mette nelle condizioni di rendere al meglio. E poi l’Udinese ha una squadra importante: ci possiamo divertire ed essere la sorpresa».
Cambiamento?
«Sono diverso, sono una persona matura che sa quello che vuole e che può dare. Ci sto mettendo tutto me stesso con la massima umiltà e penso che seguendo l’allenatore, fidatevi, bravissimo, potremo fare bene. Il gruppo è forte. Atta ha delle qualità importantissime, e poi Solet e Kristensen, Davis, Kallstrom che è un grande capitano e Zanoli. Ci capiamo bene in italiano e inglese, io lo parlo fluentemente e si è creata un’alchimia positiva».
A fine stagione sarà felice se...
«Voglio tornare a divertirmi giocando a calcio, tutta una parte che in questi anni mi è mancata».
Il tempo del gossip è finito.
«Come tutte le fasi della vita, si devono provare le cose per capirle. Sono state tappe che, come ho detto, alla fine mi hanno portato ad essere quello che sono ora. Si cresce: passano gli anni, le priorità diventano altre».
Dobbiamo crederle?
«Do un valore concreto agli affetti. Mio padre rappresenta l’esempio. E poi Tommaso... Mio figlio, il mio tutto».
Lite con Gasperini?
«Falsissimo. Abbiamo avuto un rapporto normale e di stima, è uno dei più forti allenatori in circolazione. Sono andato via perché volevo più minutaggio e essere parte integrante di una squadra. A gennaio l’Atalanta era prima e avevo davanti Lookman, De Ketelaere, Retegui».
Proseguo: “Non è rimasto a Firenze per volontà della Fiorentina”.
«Non proprio. Si era creato un ambiente per cui, anche per colpe mie, le cose non sono andate. Non ho fatto bene, ho accettato e compreso la decisione».
“I compagni del Galatasaray lo vogliono a Istanbul”.
«Questo è vero, si era creato un bel legame con Torreira e Icardi. Ragazzi e giocatori spettacolari».
Malocchio?
Ride di gusto. «Falsissimo, non credo a queste cose».
Restando in tema: “Lascia la casa di Totti, dove viveva in affitto, perché secondo lui portava sfortuna”.
«Cazzata. Enorme. Totti è un idolo, una leggenda, il simbolo di Roma».
Lite Mancini?
«Altra bugia. Abbiamo un grande rapporto, magari c’è stata qualche scaramuccia in campo, ma siamo grandi amici».
Sa chi è l’allenatore con cui ha giocato più partite?
«Mourinho».
Esatto, 59.
«Abbiamo un rapporto bellissimo, il mister è il calcio. Ogni tanto lo sento e mi dà dei consigli».