Matias Soulé, attaccante della Roma, ha parlato nel corsi di un'intervista concessa a Il Messaggero del suo futuro sul mercato ed in Nazionale. 

Intervista a Soulè

Rosa da Champions?
«Penso dica la verità, non siamo ancora da Champions ma vogliamo ambire ad arrivare a quel livello. È importantissimo per noi, è il nostro obiettivo primario. Non ci dobbiamo ancora esaltare, sono le prime partite e bisogna pensare soltanto ad essere continui».

Nazionale italiana?
«No, è tutto uguale. Mi sento argentino, sono argentino. Lo dissi anche a Spalletti, che ringrazio. La mia idea è sempre quella, giocare con l’Argentina. Forse il mio procuratore era un po’ arrabbiato quando ha letto le convocazioni di Scaloni. Ma nessuno dell’ltalia mi ha più ricontattato e anche lo facessero direi “no grazie”. La mia idea, quella di sempre, è di giocare per la Seleccion. So ovviamente che non è facile perché ci sono molti giocatori forti lì. Mi fa ovviamente piacere l’interesse di una nazionale forte, storica, come quella italiana, ne sono orgoglioso ma non cambio idea. Vorrei giocare per la squadra del paese in cui sono nato».

Tre rigori con il Lille?
«Ero arrabbiato, è stata durissima arrivare a casa e provare a non pensarci. Sono però contento di aver ricevuto il sostegno di tutti, da Pellegrini a Mancini e Dybala. L’ho tirato malissimo, volevo aprire il piatto ma non calciando così piano e a mezza altezza. Se ricapiterà li tirerò nuovamente. Mi piace calciarli».

Paredes e  Dybala?
«Leo ci manca, noi tre eravamo sempre insieme, spesso era lui che “tirava” il nostro gruppo di argentini. Senza di lui è diverso, anche se sto sempre insieme a Paulo. Giochiamo alla play, lo sento più della mia ragazza. Non so se sarà il suo ultimo anno alla Roma, io sinceramente spero rimanga a lungo qui».


Insieme a lei?
«Certamente, mi vedo a lungo nella Roma. Penso che sia il sogno di tutti, ambire a tagliare certi traguardi con questa maglia. Se chiudo gli occhi mi immagino di essere qui a vita. Poi lo so da solo che le cose possono cambiare ma il mio desiderio è questo».


Gasperini invece cosa le chiede?
«Rispetto a Ranieri hanno uno stile diverso. Vuole che giochiamo la palla, che triangoliamo con il centravanti, che gli attaccanti siano sempre dentro al gioco e mai di schiena rispetto alla porta. Abbiamo lavorato anche sulle posture, sulla posizione del corpo. Ormai abbiamo capito che dobbiamo guardare sempre in avanti ma questo vale per tutti, anche per i difensori. Poi è un tecnico che lascia la libertà di fare ciò che sai fare meglio. Ovviamente ti dà delle regole, delle indicazioni, ma all’interno di queste puoi fare quello che ti riesce meglio. L’essere libero è fondamentale per me».