Ha dedicato un libro non a se stesso ma ai grandi compagni con i quali ha reso ancora più grande il Milan: Demetrio Albertini li ha elencati nel suo libro “Ti racconto i campioni del Milan”, sugli altri rossoneri che con lui hanno fatto la storia negli anni 90, e in un'intervista alla Gazzetta dello Sport appare possibilista su un fil rouge tra l'impresa dello scudetto del 1999 e il campionato attuale della squadra di Pioli.
Albertini e il Milan, i ritratti più emozionanti da scrivere
"Maldini, è stato il mio capitano, quello che mi ha capitanato più a lungo. Baresi è stato il primo, per me era un mito, gli ho dato del lei per un anno. Con Paolo si è creato un legame profondo, che andava oltre il campo, come con Costacurta: quando uno dei tre era in calo, gli altri due subito addosso a farglielo notare. Altri amici erano Ambrosini e Shevchenko, si faceva sempre gruppo. I più divertenti? Gattuso e Pirlo. Arrivarono quando ero un senatore, e Rino se ne rese subito conto: una volta lasciò il lavandino cosparso di peli dopo essersi fatto la barba, io li raccolsi e glieli portai. 'Sono tuoi?', e lui: 'Scusa, li avevo dimenticati' e se li mise in tasca. Con Andrea si è creata sintonia pur avendo trascorso poco tempo da compagni. Mi sarebbe piaciuto giocare più a lungo con lui".
Albertini sul Milan attuale
"Siamo sulla strada giusta: questo gruppo mi ricorda quello dello scudetto ‘99. Anche noi vincemmo a sorpresa. E oggi di vecchio ne basta uno, Ibra: ha trasformato la squadra e ha valorizzato il talento di tanti giovani. Il Milan di Pioli non somiglia a quello di Zac, ma il contesto nel quale può nascere il successo sì: sulla carta non è la squadra più forte, ma non lo eravamo nemmeno noi allora...È un campionato anomalo, ma lo è per tutti. E il Milan comanda meritatamente. Io vedo una logica nel loro cammino, c’è continuità con quanto avevano iniziato a fare vedere da gennaio, e con la qualità e l’equilibrio trovati dopo il primo lockdown".
Milan di Pioli, la cosa più bella
"Le linee di passaggio semplici. Avere uno come Zlatan lì davanti ti tranquillizza, ma il Milan non è solo questo: Pioli ha costruito una squadra che sa come fare correre il pallone. Col Verona ha rimontato due gol e ha creato tanto, avrebbe potuto vincere. Per il posto che occupa in classifica sì, ha sciupato un’occasione, ma si cresce anche così".
Milan, da Donnarumma a Romagnoli i nuovi simboli
"Due giovani già grandi: Gigio è entrato al Milan ragazzino, come me, Romagnoli prosegue la tradizione dei grandi difensori. Zlatan è eterno, di un altro pianeta, ho visto solo un altro calciatore sempre al top fino a 40 anni, adesso fa il d.t. del Milan... Anche Van Basten fa parte di quel club, per un discorso opposto: in poco tempo ha mostrato una grandezza infinita, è stato il compagno più forte".