Istanbul vissuta solo nei minuti finali da sfortunato protagonista, il silenzio radio al momento di stringere per la firma sulla nuova avventura all'Inter, e la clamorosa rottura con i nerazzurri: attorno la finale di Istanbul, e nei giorni precedenti, gira il motivo della scelta di Romelu Lukaku di mettere in stand by il futuro nel club nerazzurro. Una marcia di avvicinamento alla finale contro il Manchester City che la Gazzetta dello Sport ha provato a ricostruire, tra dichiarazioni e retroscena sul malumore dell'attaccante belga che ha poi portato al silenzio al telefono, alla trattativa con la Juventus e alla fine al divorzio dai nerazzurri, che contavano di riaverlo in questa stagione.
L'Inter, Istanbul e il divorzio: le parole di Lukaku dal Belgio
"I primi giorni dopo Istanbul mi sentivo un po' a disagio perché la mia mente era fuori posto a causa di quello che era successo nei giorni precedenti. Di questo parlerò più avanti. Sono come LeBron James: gioca da tanti anni e ha dovuto sopportare molte cose. Ma ogni estate lavora duro e smentisce tutti. Rispondo anch’io in campo"
Lukaku, l'avvicinamento a Istanbul
Uno sfogo, quello di Lukaku dal ritiro della Nazionale Belga, che non basta a spiegare i motivi della rottura. Che secondo la Rosea va cercato nei giorni precedenti alla finale di Champions League, che Big Rom si sarebbe immaginato di giocare da titolare, in ragione dei numeri migliori rispetto a Dzeko da aprile in poi. Anche se le parole del belga nel media day dopo la vittoria contro il Torino nella giornata immediatamente precedente, quando Lukaku aveva giocato tutti i 90 minuti e avevano staffettato Lautaro e Dzeko, mostravano almeno pubblicamente un'apertura a qualsiasi scelta di Inzaghi.
Lukaku e quelle parole prima di Istanbul
"Penso che adesso la gente stia vedendo quello che posso fare per la squadra. Ma non posso guardare solo a me stesso, l’Inter è più importante di tutto e io voglio che vinca, il mister prenderà le sue decisioni. Sapevo che potevamo arrivare in finale di Champions e l’ho scritto al presidente quando dovevo tornare all’Inter. Lui mi ha risposto con una emoticon, poi ci siamo sentiti al telefono e ne abbiamo parlato un po'. Il dualismo con Dzeko? Voglio soltanto godermi la finale senza avere pressioni, gustarmi il momento e andare lì per ottenere il miglior risultato possibile. Dobbiamo crederci, ho sempre avuto fiducia in questo gruppo, per me sono come fratelli".
Lukaku e l'esclusione con City
In realtà Lukaku era convinto di giocare dal 1' contro il City, tanto che aveva chiesto a Inzaghi una giornata di riposo per smaltire un piccolo affaticamento. Poi qualcosa cambia in avvicinamento alla partita, il tecnico nerazzurro sceglie di affidarsi nuovamente al bosniaco (sempre titolare dagli ottavi in poi), una decisione che l'ex Chelsea vive male. Una convivenza con Dzeko evidentemente più difficile di quanto raccontato per il belga, andato via da Milano da stella e tornato come comprimario, seppure di lusso. Proprio il mancato rinnovo con Dzeko, secondo quanto raccontato a Prime Video dall'attaccante bosniaco, sembrava il viatico a un sì più convinto tra Inter e Lukaku, visto che il belga sembrava aver patito la convivenza. Ma l'esito è stato diverso. E Inter-Roma del prossimo 29 ottobre si preannuncia ancora più calda.