Mario Balotelli, attaccante del Genoa nell'ultima stagione, oggi svincolato, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai canali social di Sandro Sabatini a proposito della sua avventura in Liguria.
Genoa, intervista a Balotelli
Di seguito uno stralcio del suo intervento:
"Con Allegri al Milan mi ero trovato benissimo, ancora mi faceva giocare attaccante (ride, ndr)! Poi gli altri mi mettevano più dietro. Se ho ancora voglia di giocare? Certo, qualche anno ancora sì.
Sul Genoa
"No non mi è passata la voglia di giocare al Genoa, non sono così importanti. Non può una società sola farmi passare la voglia di giocare. Se volete sapere il perché, dovevate chiamare quell'altro e non me. Vi invito a vedere i miei allenamenti, quando volete. Poi decidete voi. E il problema è anche che gli allenamenti erano a porte chiuse. Quanto guadagnavo al Genoa? Poco, penso che quelli della Primavera prendessero più di me".
Sull'immagine
"Perché c'è una certa immagine di me? Non ne ho idea. Ho accettato quello che volevano darmi dal Genoa, avevo proposte di squadre estere, lontane, ma volevo fare un altro anno di Serie A. Vi dico davvero, l'aspetto economico non mi interessava. E mi sto allenando. Se penso che un giocatore sia casinista, chi può smentirmelo? I compagni di squadra. Chiedete ai miei compagni di squadra. Da quando ho cominciato fino a 24-25 anni ho fatto qualche ritardo agli allenamenti, son sincero. Ma ora... Qualcosa è stato esagerato, una di sicuro, ma non credo di aver fatto altre cose fuori dal comune. Sono state anche ingigantite
Sui contatti col Torino
"Sì, mi sembrava più interessato il Genoa in quel momento e sono andato lì. Potevo anche aspettare il Torino, era una cosa nata con Cairo ma a rilento. Per il Genoa ero in contatto diretto con Gilardino, sapendo che mi voleva sono andato lì. Riaprire i dialoghi con il Torino? Perché no?".
Sull'avventura al Genoa
"Cosa successe dopo il subentro col Napoli? Il problema è stato che per poco non facevo gol, sarebbe stato un problema. La settimana seguente mi sono allenato, poi a Lecce mi ha fatto scaldare tutto il secondo tempo senza mettermi. Ho parlato col direttore (Ottolini, ndr) e ho detto che accettavo di non giocare o di farlo poco, in certe partite, ma se a Lecce mi fai scaldare tutto il secondo tempo senza poi mettermi, non è una scelta giusta per la squadra. Se pensi che in dieci minuti non possa segnare col Lecce, il problema è solo che ti sto sui coglioni. E basta. Posso essere d'accordo di non correre per 90 minuti come faceva il Genoa, ma a Lecce non mi fai entrare e non c'entra l'affidabilità. Ti sto sul cazzo. Il ds mi ha risposto che avrebbero parlato di nuovo col mister, ma poco tempo dopo mi dissero che non ne voleva sapere. E lì ho scritto un messaggio a Vieira, che avrei voluto pubblicare ma non volevo essere stronzo anche io. Gli ho fatto capire che preferivo vederlo metterci la faccia, dicendo che non mi avrebbe fatto giocare. Non ho mai avuto una risposta: da lì piano piano sono finito a parte. Così ho fatto gli ultimi mesi. Gli ultimi due mi hanno tolto persino il preparatore, arrivavo al campo ed ero indipendente".
Sul Genoa
"Sono deluso, ma avevo dato la mia parola e sono rimasto a Genova. Va bene così. Oggi sì, sono forse più propenso all'estero ma non escludo l'Italia".