Alessandro Florenzi, ex difensore di Roma e Milan, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.
Intervista a Florenzi
Lazio e Roma?
“I miei mi fecero: scegli tu, il posto in cui ti senti più a tuo agio. E appena uscito da Trigoria dissi subito: “Voglio giocare qui”. Mica pensavo che ci avrei passato quasi tutta la carriera…”.Gol al Barcellona e mancato Puskas Award?
“Ci rimasi male, secondo me è sbagliato il regolamento. Si parla di oggettività rispetto alla competizione, però io avevo segnato in Champions e lui in Brasile nel campionato Goiano… Mi resta la gioia di aver fatto un gol che ne vale almeno due”.Mancate vittorie?
“Non lo considero un demerito nostro, con Garcia e Spalletti ci siamo arrivati a un passo, eravamo attrezzatissimi. Ma ce la giocavamo con una Juve che faceva 100 punti a campionato…”.Non si lasciò benissimo con l’ambiente Roma.
“Ci sono state tante incomprensioni, ma non ho mai replicato a tutte le cose dette su di me. Ho sempre voluto far parlare il campo portando rispetto alla maglia: l’ho sudata fino all’ultima goccia, e su questo nessuno potrà mai dire niente. Ci tengo a dire che non ho mai litigato con nessuno, e quando incontro i tifosi mi ricordano con affetto”.I cinque più forti con cui ha giocato?
“Totti, Ibrahimovic, Neymar, Mbappé e Di Maria. Io sto in panchina e applaudo”.Il più matto?
“In senso buono Nainggolan, lui vale per cinque. Vive in maniera incredibile, sempre al massimo. Uno fuori dal campo può fare quello che vuole, l’importante poi è quello che fa dentro. E lui lo vedevi con quella grinta, quella ferocia, quella voglia di aiutare i compagni… Ecco, se devo andare in battaglia mi porto Radja”.