Dopo oltre due anni e mezzo si è finalmente conclusa la vicenda giudiziaria che ha riguardato Albert Gudmundsson. L’attaccante della Fiorentina, al termine di un procedimento lungo e articolato che ha attraversato tre livelli di giudizio, ha ottenuto la conferma da parte della Corte di Land della decisione già emessa in precedenza dal tribunale distrettuale.
Il giocatore ha deciso di esprimersi pubblicamente sulla fine del caso tramite un lungo post sui social, in cui ha raccontato il peso degli ultimi mesi e la soddisfazione per il verdetto raggiunto.
La lettera di Gudmundsson sulla conclusione del processo
“Allora questo caso è finalmente chiuso. Ora sono passati 893 giorni dall’incidente. Io c’ero, ricordo tutto e so cosa è vero e corretto. Sono lieto di vedere la Corte del Land confermare il risultato raggiunto in precedenza dal tribunale distrettuale – e non si può dimenticare che anche il procuratore distrettuale ha archiviato il caso all’epoca. Questa è quella che chiamo una vittoria convincente 3-0 nel mio lavoro” ha detto il giocatore.
Gudmundsson ha poi spiegato il peso personale di un procedimento che, a suo dire, ha condizionato ogni aspetto della sua carriera professionale e della sua vita privata: “Sto ancora seduto qui, quasi tre anni dopo, dopo essere stato al microscopio dei media quasi quotidianamente. Ha assunto – sia mentalmente che fisicamente. Questo tema ha impedito molte opportunità nel calcio; come tutti sanno la carriera è breve e ogni anno, ogni mese e anche ogni giorno è preziosa“.
La vicinanza della famiglia
“Ciò che mi ha fatto andare avanti sono stati i miei cari. I miei figli, la mia mamma, i miei genitori, le mie sorelle, la famiglia e gli amici. Voi siete gli eroi di questo processo. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza . Ho perso anche persone che si sono rivelate amiche solo quando gli faceva comodo, ma non quando era necessario. Faceva male, ma era anche bene rendersene conto prima che poi. Nonostante questo, altri mi sono rimasti accanto e mi hanno mostrato cos’è la vera amicizia. Gli sono profondamente grato“.
L'impatto sulle persone che non credono alla sua innocenza
“So che ci sono persone là fuori che non mi crederanno, indipendentemente da cosa mostrano i dati o i risultati del caso, e va bene così. So chi sono e per cosa combatto. L’opinione degli altri non mi spezzerà mai. A chi di voi è ancora in dubbio, incoraggio a leggere le sentenze di entrambi i tribunali e a tenere presente che, secondo i dati del caso, quella sera c’erano più di me accusati”.
Chiosa generale sul delicato tema della violenza
“Spero vivamente che anche se ci fosse una mela danneggiata in giro, non faccia male alle vere vittime di violenza”.