Claudio Marchisio, ex centrocampista di Juventus e Zenit, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gds tornando sul momento della Juventus prima della gara di Champions League dei bianconeri.

 

Marchisio sulla Champions League

Com’è stato giocare in Russia?
«Una bellissima esperienza, perché pur essendo un campionato europeo è molto più simile a una Mls, con trasferte lunghissime».


Che partita s’aspetta questa sera?
«Molto diversa da quella dell’andata, perché lo Zenit è in crescita e arriva da due vittorie importanti che le hanno permesso di mettersi in sicurezza in campionato. All’andata contro la Juve non ha fatto granché, limitandosi a difesa e contropiede, un po’ come i bianconeri con il Chelsea, stavolta mi aspetto Azmoun titolare al posto Dzyuba e un atteggiamento molto più spavaldo. Si giocheranno l’all in per cercare di raggiungere il secondo posto: non sarà una partita facile per la Juventus».

Marchisio sul momento della Juventus


Juventus che invece arriva da due sconfitte in campionato: che cosa sta succedendo alla squadra di Allegri?
«Dopo la brutta partenza aveva trovato un minimo di equilibrio ma non una vera identità: quasi ogni partita vediamo una formazione diversa, significa che Allegri non ha ancora trovato il suo undici. Lo step successivo doveva essere il gioco, che però non è arrivato. Max stesso dopo lo Zenit ha detto che non vedeva ancora la sua Juve. Si capiva che non fosse soddisfatto nonostante il filotto di vittorie. Forse questo è davvero l’anno zero, che servirà a capire dove può arrivare questa Juve».

Allora qual è il problema?
«La Juve ha cambiato tanto negli ultimi anni e ha perso il suo dna, che significa lottare su ogni pallone, non arrendersi mai. Non ricordo tante Juve del passato che giocassero bene, ma erano tutte schiacciasassi».

Juventus, nessuna rimonta per Marchisio


Vede analogie tra questa Juve e quella, di cui lei faceva parte, che rimontò nel 2015-16?
«Non molte. Venivamo da una stagione sfibrante, in cui eravamo arrivati in finale di Champions, in estate avevamo perso Pirlo e Vidal e abbiamo iniziato con tutto il centrocampo infortunato e Padoin regista. Semmai vedo più punti in comune con la Juve di Delneri che arrivò settima e questo deve essere un campanello d’allarme. Ricordo che dopo ogni passo falso ci dicevamo “vabbé ma tanto piano piano recuperiamo”. Eravamo convinti di arrivare in Champions e invece siamo andati avanti tra alti e bassi. Quando entri in una spirale negativa non è così facile tirarsene fuori, anche la fortuna ti gira le spalle».