Il contratto che lega Lorenzo Pellegrini alla Roma scadrà a giugno e, per il momento, non è arrivata alcuna proposta di rinnovo. Chi spera nella permanenza del capitano giallorosso si aggrappa a un precedente incoraggiante: nel 2021, grazie anche alla spinta di Mourinho, la trattativa con Tiago Pinto si sbloccò all’ultimo, portando a un accordo fino al 2026 da 6 milioni netti a stagione. Allora la Roma non volle rinunciare a un simbolo della sua identità, seguendo la tradizione dei capitani romani e romanisti. Oggi, però, a Trigoria il clima sembra diverso.

Roma-Pellegrini: aria d'addio?

Pellegrini è stato operato al tendine il 16 maggio in Finlandia e, a luglio, è tornato sotto i ferri per una settoplastica già programmata, utile a correggere una frattura al setto nasale. Nel frattempo ha seguito la fisioterapia, alternando lavoro a secco e in acqua. Tra i due interventi è passato più di un mese, scelta dettata dai medici per evitare due anestesie ravvicinate. Nonostante ciò, qualcuno si è chiesto se non avrebbe potuto anticipare il secondo intervento per presentarsi al raduno fin dal primo giorno. Il rientro è previsto tra un paio di settimane, dopo un intenso programma di doppie sedute e lavoro atletico per tornare al livello dei compagni.

Nel frattempo, la Roma ha iniziato la stagione senza di lui. E sul fronte della fascia da capitano, la situazione è cambiata: El Shaarawy (320 presenze) e Cristante (318) hanno superato le sue 316, seguendo il criterio di anzianità usato spesso da Gasperini. 

Questa Roma non utilizza più mezzali, e nella trequarti si cercano dribbling, potenza ed esplosività. Pellegrini potrebbe adattarsi a fare il mediano, oppure giocarsi il posto con Soulé, Dybala e il nuovo esterno offensivo che Massara sta cercando, senza dimenticare El Shaarawy e Baldanzi.

Sul mercato, l’attenzione su di lui cresce. A 29 anni, Pellegrini non vorrebbe mai lasciare Roma, ma le offerte dalla Premier League — con il West Ham già interessato — potrebbero diventare allettanti solo se maturasse la convinzione di non avere più un ruolo centrale nella squadra che ama.