Non sono un grande videogiocatore, per cui non saprei adattare questo riferimento ai titoli attuali. Ma ricordo limpidamente che ai tempi in cui ancora lo chiamavamo per abitudine Iss Pro (per i più giovani: PES) esisteva una modalità di gioco affascinante come poche, che noi studenti universitari sfaticati spesso utilizzavamo per decretare chi dovesse, da sconfitto, pulire il bagno di casa.

Si trattava dello scontro tra titani tra All-Stars Europee e All-Stars resto del Mondo: da una parte Zidane, Figo, Shevchenko, Nesta, Casillas; dall'altra Batistuta, Ronaldo, Roberto Carlos, Chilavert e Zanetti.

Occhio: non parlo di una rosa patinata e eccessivamente farlocca, tipica delle cosiddette "squadre classic". Correvano i primissimi anni 2000, e quelli che schieravi in campo - undici fenomeni, sostanzialmente - erano tutti in attività. E che attività.

Col passare del tempo, anche al di fuori della Play Station, la moda delle selezioni All-Stars è andata via via spegnendosi. All'epoca, difatti, spesso si giocavano d'estate diverse amichevoli tra rappresentative 'collegiali', tutte provenienti da una determinata area geografica (anche non necessariamente esistente) e tendenzialmente fortissime. E, vi dirò di più, si era addirittura arrivati a parlare della possibilità di organizzare un torneo tra giocatori militanti in una determinata Lega Nazionale e non solo tra Nazioni.

E se la cosa fosse mai andata in cantiere, ovviamente, la rappresentativa della Serie A sarebbe stata superiore a tutte le altre di diverse spanne. E non è un caso, d'altra parte, se quella famosa sfida virtuale tra Africa-America (ma forse c'era anche qualche asiatico, tipo Nakata, nella rosa del resto del Mondo) ed Europa in realtà vedesse tra i "convocati", sia da una parte che dall'altra, solo giocatori che militavano nelle big italiane.

Giustamente, direte voi, che probabilmente all'epoca magari eravate solo dei poppanti o addirittura degli spermatozoi: e sti ca**i?

Osservazione assolutamente legittima, ve la concedo. Ma mi permetto quanto meno di ribattere. Ecco, se oggi si organizzasse davvero questo scontro tra titani, tra rappresentative di Serie A, Liga, Ligue 1, Bundes, Premier e via dicendo, quanti giocatori porterebbe la Juventus nell'undici titolare nostrano?

https://www.transfermarkt.it

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Secondo transfermkt, il database più autorevole del globo terracqueo in quanto a valutazione economica dei calciatori (e non solo), in un ipotetico best 11 del campionato tricolore sarebbero 6 i calciatori della Juventus. Valutazione, questa, fatta però basandosi solo sul costo di riferimento del cartellino dei calciatori, e non necessariamente sul valore assoluto del calciatore stesso. Per intenderci, il triangolo Donnarumma-Koulibaly-Skriniar sul mercato vale certo più di quello composto da Szczesny-Bonucci-Chiellini, ma soprattutto perché i primi tre hanno poco più della metà della somma degli anni dei secondi.

C'è una società, in definitiva, che vale immensamente più delle altre, sia sul campo che sul conto corrente. E quella società gestisce una squadra che oggi è riuscita a fare un sol boccone della Lazio: e, ancora una volta, senza il contributo del suo giocatore migliore, quel Cristiano Ronaldo che sembra oggettivamente - ma non diciamolo ad alta voce! - abbia ancora qualche difficoltà.

Di che tipo? Beh, anzitutto tattica. Sembrerebbe trovarsi di più a suo agio con Mandzukic, che gli apre degli spazi invitanti e contestualmente gli risparmia parecchia corsa. La presenza del croato, però, parrebbe escludere quella di Dybala, col quale il portoghese sembra invece abbia trovato davvero un bel feeling nella vita privata. Con CR7 e MM17 insieme, però, il modulo per definizione è il 4-3-3 e non il 4-2-3-1. Questione di dettagli. Allegri già da tempo alterna i due sistemi con proficua fluidità. Le altre difficoltà, almeno in questa fase, per Ronaldo, sembrano invece di condizione, sia mentale che atletica. Ma potrebbero anche non esserlo: che in Italia i centrali difensivi anche meno "blasonati" - vedi Rossettini e Acerbi - rendano la vita più difficile di qualsiasi altro loro corrispettivo in Spagna, non è certo una novità. Insomma, aspettiamo che il fenomeno prenda le misure al nostro calcio, ed, eventualmente, anche le contromisure.

Non servirà, a occhio, tantissimo tempo, considerato che come dicevamo qualche riga addietro la Juventus per ora riesce a fare benissimo anche senza di lui - ma non a meno di lui. Allegri già sul finire dello scorso campionato aveva smontato e rimontato la sua squadra per trasformarla, da Dybala-Higuain centrica che era, a cooperativa del gol. E ora il processo sembra davvero completato. Hanno già segnato in 4 (5, volendo estendere concettualmente i meriti dell'autogol della scorsa settimana a Bonucci), tra i bianconeri. E tra di loro non ci sono i due migliori, Paulo e Cristiano. E questo dovrebbe sostanzialmente preoccupare le potenziali avversarie: non è un paradosso, perché i campioni d'Italia hanno dimostrato già in due occasioni che possono anche fare a meno dei loro assist e dei loro gol. Hanno già rimontato il Chievo quarato, e battuto senza alcuna difficoltà una Lazio che pur non essendo ancora in forma come lo scorso anno, è pur sempre la quinta classifica uscente. 

Una duplice dimostrazione di forza che conferma la All-Stars della Serie A in rapida ascesa: ma non per via della preparazione di Allegri, che è la solita. Ovvero, partire lenti per poi dare il massimo in Primavera. La verità è che sono le singolarità di questa squadra a bastare, anche per reggere l'urto rispetto ad avversarie rodate (la Lazio) o difensivamente collaudate, e in vantaggio (vedi Chievo). Tra una settimana la Juve andrà al Tardini contro il neopromosso Parma e proverà a infilare il filotto, per provare la prima fuga. Quella della squadra sulla carta più forte di tutte, che per adesso neanche ha bisogno delle sue due prime stelle, per dimostrarlo. E che in panchina ha il numero uno, ma non un fuoriclasse assoluto. Quello - l'unico, in Italia - ce l'ha il Napoli, che per ora tiene il passo. Merito di Zielinski e Mertens, Milik e Insigne, certo (anche in questo caso, 4 marcatori diversi), ma soprattutto del numero uno dei numeri uno. Ovvero, Carletto Ancelotti. Sarebbe neanche a dirlo lui l'allenatore della ipotetica selezione All-Stars della Serie A, che assomiglierebbe moltissimo a questa Juventus. 

Fosse stato per lui, in quei due gioiellini che erano Iss Pro Evolution 2 e Pro Evolution Soccer, sarebbe anche stato consentito, per una delle selezioni di stelle, sfidare una qualsiasi squadra "reale". Ma siccome non era possibile, perché le Stars giocano solo contro le Stars, il bagno di casa nostra veniva pulito, più o meno alternativamente, un po' da tutti.

Il sottoscritto - non ve lo dico neanche - era però quello che lo puliva meno di chiunque altro. E non perché scegliessi le All-Stars, ma semplicemente perché ero il più forte. E lo sarei ancora, se solo ritornassero di moda Iss Pro e Pro Evolution Soccer, quello senza neanche l'anno a fianco, perché era semplicemente il primo.