Attraverso le colonne de "La Gazzetta dello Sport", l'ex numero uno della Figc Carlo Tavecchio ha parlato della panchina azzurra, di Mondiali e di altri temi legati al nostro calcio: "Svezia avanti? Fin dai sorteggi per gli spareggi dicevo che questa Svezia era un avversario ostico. E nessuno mi dava retta. Eppure anche io a Milano, quel giorno, avrei scommesso tutto quello che avevo sulla nostra vittoria".


"Balotelli? Mandai Ventura a vederlo a Nizza, ma una volta tornato mi disse che in squadra c'erano dei veti su di lui. Sono stato criticato per essermi dichiarato "pro" Mario e Insigne. Anche con Lorenzo, io a Milano dissi ai giornalisti che c'erano 30mila napoletani allo stadio per la partita contro la Svezia. Ma mica potevo obbligare Ventura a farlo giocare..."

"Lippi? Avevamo il suo ok, anche dal punto di vista economico. Poi, ecco i problemi legati al fatto che suo figlio di mestiere fa il procuratore. In tutto ciò, Ventura era il nome proposto da lui. Noi volevamo Donadoni ma il Bologna disse no, in alternativa l'ex Torino o De Biasi. E la Federcalcio albanese mi implorò di non strappargli via il loro ct".

"Conte? Prendeva 4 milioni, ne chiedeva 6,5. Fosse rimasto, sono certo che ora saremmo in Russia, e quei soldi li avrei recuperati con qualche amichevole. Ma era giusto dare a lui soldi che avremmo potuto investire nel settore giovanile?"

"Mancini? Subito dopo la sconfitta con la Svezia chiamai Sacchi affinché convincesse Ancelotti a caricarsi gli azzurri sulle spalle, ma anche Carlo costava troppo. A quel punto, Mancini sarebbe stato l'ideale anche secondo me".

"Seconde squadre? Erano già state ideate, sulla base di alcuni accordi, nel 2016-2017. Lazio, Roma, Fiorentina, Milan, Inter e Juve erano disposte a prendere parte, ma la Lega Pro non ci diede il via libera. Vedo un calcio italiano ideale come strutturato in quattro leghe, tutte da venti squadre, suddivise tra Serie A, B e C, e poi la Lega Dilettantistica. Con la Serie C, ovviamente, articolata in tre gironi".