"Amo le due punte, ma posso cambiare. Sono sia per giocare a piede invertito che a piede aperto. Ma dipende dalle partite, da molte cose, da come sono abituati i giocatori. Amo far stare ogni giocatore al proprio posto"

Può riassumersi così, in due righe di una delle sue recenti conferenze stampa, il credo calcistico di 'Sor' - ma anche Sir - Claudio Ranieri. Romano come Ferrero, di cui peraltro è coetaneo, l'ex tecnico della Roma dopo aver sfiorato il miracolo Champions lo scorso anno coi giallorossi, sta per sbarcare a Genova dove, in quasi 50 anni da professionista, non ha mai né giocato né allenato. Ormai anche le ultime distanze contrattuali sono state limate, per cui il testaccino già ad ore sostituirà anche ufficialmente l'esonerato Di Francesco e prenderà il timone nelle restanti 31 giornate. Obiettivo, provare a realizzare un altro miracolo: risollevare dal baratro una squadra che vive un momento sia societario che sportivo al limite dell'imbarazzante.

PRIMO: NORMALIZZARE E SEMPLIFICARE - Al di là della serietà, dell'esperienza e della lungimiranza, Claudio Ranieri è garanzia di adattabilità e flessibilità ideologica. Ha sempre applicato il modulo e gli uomini più adatti ad ogni circostanza, senza 'incamponirsi' su determinati stilemi tattici. Anche perché, in una carriera così lunga, non poteva non alternare ogni possibile impianto di gioco. In passato giocò a 5 dietro, mentre, recentemente, al Fulham, ad esempio, ha anche giocato a tre dietro, perché le condizioni al limite la imponevano come un'ipotesi funzionale. In ogni caso, l'impostazione della manovra partirà, come sempre nella sua storia, da dietro. L'uomo davanti alla difesa ed il difensore centrale più abile in questo frangente avranno il compito di far partire un'azione che tendenzialmente dovrà svilupparsi dalle corsie esterne sino al cuore dell'area avversaria. Un gioco semplice ma avvolgente ed efficace, insomma: genuino e affidabile, proprio come Claudio Ranieri.

ADDIO DIFESA A TRE - Il Ranieri degli ultimi anni, soprattutto, può dirsi un normalizzatore: lì dove la situazione era troppo confusionaria, ha applicato il 4-4-2 e il 4-2-3-1 (che di fatto rispetto al 4-4-2 sostituisce una seconda punta con un trequartista o un centrocampista di inserimento), ed è riuscito quasi sempre nei suoi intenti. Così dovrebbe e potrebbe essere anche al Doria, dove soprattutto le risorse migliori - Quagliarella, Rigoni, Gabbiadini, Jankto, Caprari e molti altri - sinora sono state depotenziate anche per via dell'utilizzo al di fuori dei propri canoni tattici. Di Francesco - peraltro sostituito dallo stesso Ranieri la scorsa stagione - aveva provato ad applicare invano il suo amato 4-3-3, per poi passare rapidamente al 3-5-2 e addirittura al 3-4-2-1, mediante l'improbabile arretramento di Bereszynski, il lancio di Chabot e il rilancio di Regini. Tutti clamorosi buchi nell'acqua. L'unico dubbio riguarda la mancanza di un centravanti fisicamente dominante, che sia nel 4-2-3-1 che nel 4-4-2 Ranieri ha spesso utilizzato. Sarà Quagliarella, col possibile ricambio di Bonazzoli, a doversi dare da fare in area. E se il 36enne di Castellammare tornerà quello dello scorso anno, non ci sarà necessità neanche di prenderne uno a gennaio.

IN CAMPO I MIGLIORI - Via via nei pochi mesi della gestione Di Francesco in molti hanno perso il posto. La coppia difensiva titolare Murillo-Colley è durata giusto qualche settimana; Jankto ha giocato solo 225' totali in Serie A; Caprari (che sembrava adattissimo al gioco di DiFra) pochi di più. In mezzo si sono avvicendati, con alterne fortune, Vieira, Ekdal e Linetty, mentre davanti Rigoni è stato cambiato di ruolo diverse volte. E se i trequartisti di fatto non si sono mai visti (Ramirez fuori dai giochi, Maroni spesso KO), anche sulla destra il virtuale dualismo tra Bereszynski e Depaoli ha portato ad uno scialbo 0-0 finale. Ranieri proverà inevitabilmente a rilanciare i giocatori più tecnici, adattandoli ai loro ruoli preferiti. Da questo punto di vista, qualche chances potrebbe avercela anche l'ultimo arrivato, Bertolacci, se riuscirà a sbaragliare la folta - forse anche troppo - concorrenza. Già, perché sia nel 4-4-2 che nel 4-2-3-1 i posti in mezzo sono solo due per una batteria di ben 7 mediani (pur senza includervi Thorsby).

DIFFICILE IL 4-4-2 SENZA UN ESTERNO DI RUOLO - Gli uomini chiave del 4-4-2 sono gli esterni di centrocampo. Chiamati a raccordarsi di continuo con i terzini della loro catena, devono lavorare sia per le punte che per tagliare alle loro spalle. Per questo motivo la carenza di un uomo abituato a giocare largo a sinistra a centrocampo potrebbe rendere meno probabile l'applicazione del modulo che fece la fortune di Ranieri al Leicester, lì dove Albrighton a sinistra e Mahrez a destra produssero il grosso della mole di gioco delle foxes per mesi. Se Rigoni può interpretare al meglio quel tipo di ruolo, dall'altra parte dovrebbe adattarsi Caprari (che a sinistra giocava sì ma nel 4-3-3 di Zeman, ossia con incarichi completamente diversi) o, al limite, uno tra Jankto e Augello. Davanti, Quagliarella e Gabbiadini avrebbero relativamente spazio libero: non perfettamente complementari, ma adattabili, sì. Con Bonazzoli pronto ad adoperarsi, al posto dell'ex Southampton, a fare il lavoro sporco per ridestare la vena del capitano.

PIU' OFFENSIVO (E PROBABILE) IL 4-2-3-1- Alla Sampdoria un mercato estivo 2019 di vacche maghre non ha portato neanche un'esterno sinistro di ruolo. A differenza del 4-4-2, però, Caprari sembra potersi adattare più facilmente nel ruolo di ala a ridosso della punta, essendo delegato maggiormente ai mediani il compito di coprire sinergicamente alla linea difensiva. Quello che cambia sarebbe sostanzialmente la sostituzione di Gabbiadini (che al massimo potrebbe adattarsi a destra, come faceva a inizio carriera) con un '10' di ruolo. Ranieri per quel ruolo non ha preferenze: lo scorso anno ci giocavano un fantasista come Pastore, e due mezzali di inserimento come Zaniolo e Pellegrini. Insomma, dietro la punta può ricominciare a giocare Ramirez, può essere provato Maroni (che però non è ancora pronto a livello di condizione) ma può anche essere inserito Jankto. Che, a sua volta, può anche essere adattato a sinistra per equilibrare la squadra se Caprari e Rigoni non aiutassero abbastanza il centrocampo.

RIVELAZIONI, SORPRESE E CONFERME - Di conferme oggettivamente non possiamo parlare. La Sampdoria di Di Francesco ha regalato davvero poche gioie al Fantacalcio®, e a meno che non si possa parlare di fare un'altra scommessa futuribile sulla conferma di Chabot (che se la giocherebbe con Colley per un posto sul centro sinistra della difesa), per il resto bisogna guardare altrove. Quel che sembra scontato è che Quagliarella, sia giocando da solo che con un compagno di reparto diverso da Rigoni, possa tornare ai suoi livelli: 0 gol su azione sono uno score certo non adeguato, per il capocannoniere uscente, che deve solo rimettersi a mò di Chiesa al centro del villaggio blucerchiato. Jankto invece può essere il nome a sorpresa: a 23 anni il centrocampista ceco non vede l'ora di esplodere dopo mesi di anonimato e uno sbarco in A inizialmente devastante. Sia nel 4-4-2 che nel 4-2-3-1 non ha il posto garantito, ma può dare una mano in diverse posizioni. Potrà invece finalmente giocarsela con Ramirez Gonzalo Maroni: enganche puro, può essere l'uomo nuovo del Doria di Ranieri. Non ha il fisico né la continuità, ma gran classe e fame. E, finalmente, anche un modulo per farsi notare.