A fine agosto e in tempi non sospetti, avevamo provato a dirvelo. Joao Mario, in una squadra dalla composizione della rosa squilibrata e con soli 5 centrocampisti a disposizione, sarebbe potuto diventare un'arma. Innanzitutto per espressa previsione di Luciano Spalletti, che aveva annunciato, tra le sue missioni, quella del recupero del portoghese; e poi per bocca dello stesso Joao (per quanto possa valere), che sin dal primo momento aveva manifestato la sua intenzione di ritrovarsi in maglia nerazzurra nonostante, qualche mese prima, avesse detto di considerare conclusa la sua esperienza a Milano.

Ieri sera, contro la Lazio, la sorpresa: Spalletti sceglie proprio il portoghese, panchinando Lautaro Martinez. El Toro ha così nuovamente guardato i compagni giocare, non trovando spazio neanche a gara in corso. Trattasi di bocciatura per il centravanti che nel precampionato, giocando da prima punta, aveva fatto entusiasmare i tifosi. Il problema, però, è proprio relativo alla posizione: Lautaro è un centravanti, potrebbe forse convivere con Icardi giocando qualche metro più dietro in un attacco a due, ma rimane pur sempre un attaccante. Nella posizione di trequartista, semplicemente, è apparso come un pesce fuor d'acqua, sia a Reggio Emilia nell'esordio contro il Sassuolo, sia anche nei pochi minuti concessi a Barcellona. Spalletti, in assenza di Nainggolan, ha allora optato per un centrocampista vero, piuttosto che per uno adattato.

IL RUOLO DI LAUTARO - Al momento, semplicemente, è da intendersi come vice Icardi. Che per struttura, peso e importanza, di partite, non ne salterà poi così tante. Passo indietro, in questo senso, per le aspettative nei confronti di Lautaro, che vivrà probabilmente una stagione interlocutoria. Il giocatore, nel frattempo, non si dà per vinto, e sui social, pochi minuti dopo la fine della partita, ha pubblicato un'immagine del gol contro il Cagliari: "Nessuno ti ferma". E i fantallenatori?