Il suo ritorno in Serie A è sfumato all'ultimo durante la finestra di calciomercato invernale: Iturbe sarebbe infatti potuto tornare in Italia con la maglia del Genoa. L'affare non è andato in porto, e l'ex Verona, intervistato da Gianluca Di Marzio tramite una diretta Instagram, ha spiegato il perché: "Non sono andato, ma era tutto pronto. Avevo anche l'autorizzazione della squadra. Il prestito era stato accettato e il mio procuratore ha detto anche di avere l'autorizzazione della squadra. La formula? Prestito gratuito per un anno con una clausola da 4 milioni. Stavo bene fisicamente, ma era l'ultimo giorno di mercato e mettere un altro in rosa era difficile. Il mio desiderio è tornare in Italia. Situazione grave per il Coronavirus? Non importa, voglio tornare. E poi il cibo lì è incredibile".

Iturbe cuore giallorosso: "Se muoio e resuscito, torno a Roma"

L'attaccante ha continuato, rievocando l'approdo in Serie A ed il periodo alla Roma: "Quando mi hanno chiesto di andare a Verona, ho detto subito di sì, ma non ero pronto. È stata la cosa migliore che ho fatto. Non sapevo la lingua, ma tutti mi hanno aiutato. Ora sono sposato e a mia moglie racconto che è una città unica. A Roma ero un un ragazzino felice, volevo giocare bene e mi allenavo tantissimo. Noi eravamo secondi e la cosa più importante era la qualifica in Champions. Ho mantenuto buoni rapporti con tutti. Se muoio e resuscito, torno alla Roma".