German Pezzella, difensore e capitano della Fiorentina, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere Dello Sport dove in particolare si è soffermato sul Coronavirus, dal quale è stato affetto in questi giorni (insieme anche a Vlahovic, il dottor Pengue e Cutrone sempre dei viola). Queste le sue dichiarazioni.

Fiorentina, le parole di Pezzella sul Coronavirus

"Ho avuto qualche sintomo, per fortuna nulla di particolarmente serio. Poi sapendo che in squadra c’era già stato un positivo, che era Vlahovic, ho creduto che potesse trattarsi del Coronavirus".

Sulla possibilità di essere contagiato

"All’inizio non credevo fosse possibile, sembrava potesse essere una cosa abbastanza ristretta. Poi quando ho iniziato a vedere che la portata si stava ampliando e dilagava a macchia d’olio, ho pensato che sarebbe potuto toccare a chiunque. Noi non siamo immuni, siamo delle persone normali come tutti: è un virus che può colpire chiunque, proprio per questo tutti dobbiamo rispettare le direttive delle Istituzioni, anche per difendere chi è più fragile".

Sulla paura avuta

"Sapendo che è un virus molto contagioso, ho temuto fino dall’inizio che se l’avesse avuto uno solo di noi avrebbe potuto infettare altre persone. Purtroppo è stato così ma per fortuna, anche se qualcuno ha avuto bisogno del ricovero in ospedale, nessuno di noi è in condizioni critiche. Mi auguro che tutti possano ristabilirsi al più presto completamente".

Su come l'ha vissuta

"L’ho vissuta abbastanza serenamente: all’inizio non nascondo che un po’ di paura l’ho avuta perché si tratta di una malattia nuova, nessuno la conosce e per questo il timore aumenta ma poi, per fortuna, i miei sintomi non sono stati molto forti e quindi ho cercato di viverla abbastanza tranquillamente.

Poi posso dire che mi sono stati vicini tutti, la Società, lo Staff, i miei compagni. Ho sentito tutti ed ognuno mi ha donato una parola di conforto e mi ha aiutato. Non mi sono mai sentito veramente solo nonostante fisicamente lo fossi".

Sul protocollo

"Da quando si è saputa la positività di Vlahovic, ero già in quarantena quindi non potevo uscire di casa e vedere nessuno. Una volta scoperta anche la mia positività non è cambiato molto, ho continuato a rimanere chiuso in caso, dovevo controllare i miei sintomi, venivo monitorato a distanza.

Se per caso i sintomi fossero peggiorati probabilmente avrei dovuto essere ricoverato ma, per fortuna, è andato tutto bene".

Sull'assenza della moglie

"Certo, essere da soli non aiuta. Ognuno di noi vorrebbe avere sempre l’affetto dei propri cari ed averli lontani non è facile. Sia i miei genitori che mia moglie sono lontani e, oltre la solitudine, in questi momenti pesa anche la paura di quello che potrebbe succedere a loro".

Sulla ripresa degli allenamenti

"Dopo che i sintomi sono andati scemando, ho ripreso via via, in accordo con lo staff medico e tecnico, a fare qualcosa, gli esercizi che mi mandavano e che io potevo fare a casa. Sinceramente non so quanto ci vorrà a rimettermi in forma. Bisogna vedere quando si riprenderà, ma prima di essere stato visto dallo staff medico e dai preparatori credo sia impossibile fare previsioni".

Virus sottovalutato?

"Non credo sia stato sottovalutato, soprattutto in Italia. Semplicemente penso che, essendo completamente nuovo, all’inizio nessuno sapesse realmente come affrontarlo. Quando la situazione è diventata più chiara, nella sua drammaticità, il Governo ha preso delle decisioni forti e spero che i risultati possano iniziare a vedersi a breve".

German Pezzella 8Getty Images)